Intercettazioni, il giudice agli avvocati: «Usate solo quelle del pm»
La richiesta di trascrivere gli 87 cd e dvd con le conversazioni degli imputati per il processo Lolita da parte dei legali non è stata accolta. Il processo slitta al 2010
Il processo Bossi-Motta-Papa è tornato in aula, questa mattina giovedì 9 luglio, con il suo pesantissimo fardello di intercettazioni e una decisione da prendere: cosa fare di quella montagna di conversazioni? La difesa di due dei tre imputatai aveva richiesto, infatti, che venissero trascritte, almeno sommariamente, tutte e trecento mila ma un calcolo fatto dai tecnici del tribunale aveva stimato un tempo di 83,3 anni per poter portare a termine quella mole di lavoro, così il giudice per l’udienza preliminare Chiara Venturi aveva anticipato ad oggi l’udienza per determinare cosa fare davanti alla richiesta delle difese di poter avere il tempo di leggere tutte le conversazioni e decidere quali possono essere utili alla difesa.
In aula il pubblico ministero Roberto Pirro ha specificato al collegio giudicante che c’è stato un errore materiale da parte del personale della procura che aveva consegnato tutte e 300 mila le intercettazioni al perito che ne ha stimato la mole. Le conversazioni da consegnare, infatti, erano solo quelle che il pm aveva ritenuto utili alle indagini, in tutto 174 conversazioni, ascoltate tra il novembre 2007 e il maggio 2008. Di parere opposto gli avvocati Cesare Cicorella (legale di Federica Motta) e Tiberio Massironi (difensore di Gigi Bossi). L’avvocato di Riccardo Papa, il fratello Federico, aveva già provveduto a scremare le conversazioni ritenute utili alla difesa. Il Pm Pirro, inoltre, non ha fatto mistero che nelle altre intercettazioni c’è materiale per altre due indagini, ancora in corso e che quindi i legali non potrebbero avere accesso a tutto il materiale richiesto.
Il collegio giudicante, formato dal presidente Toni Novik e dai giudici a latere Chiara Venturi e Olimpia Bossi ha, infine, preso una decisione che rimanda il dibattimento a febbraio del 2010 dando 30 giorni di tempo al pubblico ministero per consegnare al perito le conversazioni utili ai fini del procedimento per concussione nei confronti dei tre imputati, in questa sede accusati di aver creato un sistema egemonico nell’ufficio tecnico del Comune di Gallarate dove Gigi Bossi era il vertice e i due architetti Motta e Papa erano i firmatari di quasi tutti i progetti edilizi in città. Una volta individuate e consegnate le intercettazioni rilevanti le difese avranno 90 giorni di tempo per attingere elementi di difesa qualora ve ne fossero. La decisione del collegio giudicante si basa sull’assunto che il diritto alla difesa e all’accesso alle intercettazioni deve essere garantito ma senza andare ad incidere sulla giusta durata del processo e sull’obbligatorietà dell’azione penale. Salta, dunque, il calendario del giudizio immediato, che era stato richiesto dal pm Pirro, e tutto viene rinviato al 2010.
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