“Nessuno ha visto l’assassino entrare in quella casa”

«Nessuno l’ha visto entrare in quella casa, nessuno l’ha visto uscire. O parlare con Carla Molinari. E’ da qui che dobbiamo ripartire». Simona Bettiati ha appena letto l’ordinanza di custodia cautelare che conferma il carcere per Giuseppe Piccolomo. La domanda che tutti si fanno è questa: è possibile che Pippo possa uscire un giorno o che possa essere discolpato anche se oggi tutti lo credono l’assassino? «Fino a questo momento l’indagine ha proposto una ricostruzione che è solo indiziaria». La scelta di avvalersi della facoltà di non rispondere? «Ripeto, è una indagine indiziaria e in questo momento tocca alla procura trovare le prove, da parte nostra vogliamo avere il tempo di esaminare le carte con attenzione».

La difesa ritiene che la mancata convalida del fermo, sia un punto a loro favore, e la ricostruzione proposta dall’avvocato sia stata presa in considerazione. Le parole usate nell’ordinanza dal giudice Giuseppe Fazio sono particolarmente dure, ma anche sulla vicenda familiare di Giuseppe Piccolomo, Simona Bettiati è cauta: «Rispetto in pieno il dolore dei familiari, ma questo procedimento è legato alla morte di Carla Molinari e il passato non deve influire». Il punto debole dell’accusa,  da cui riparte la difesa, oltre alla mancanza nel quadro probatorio della prova inoppugnabile, è anche il movente, che viene indicato solo genericamente. Possibile che Piccolomo abbia architettato tutto per pochi soldi?  Secondo l’avvocato no, non è possibile, e le accuse sono ancora da provare pienamente.

Piccolomo si dichiarato del tutto estraneo alla vicenda. I figli lo accusano di aver architettato anche la terribile morte della madre il 20 febbraio del 2003, ma il processo è finito con un patteggiamento per omicidio colposo e l’uomo ha chiuso i conti definitivamente: non è più processabile.