Redentore, un’oasi di verde ma senza manutenzione
Le lamentele dei residenti nel quartiere che da lunedì ospiterà la Festa della Madonna in Veroncora: parchi, strade e scuole abbandonati a se stessi, trasporti inadeguati. E la brughiera diventa discarica
Striscioni e bandiere sono già in posizione: da lunedì 25 aprile nel quartiere del Redentore si celebra la tradizionale Festa della Madonna in Veroncora, con relativa “sagra dell’insalata e ciapi” (per chi non lo sapesse, uova sode). Spettacoli, concerti, giochi, cene a tema e persino la StraVeroncora, una corsa di 6 km per gli adulti e 1 km per i bambini: appuntamenti che accompagneranno gli abitanti della zona per tutta la settimana. Solo che per il momento, scendendo lungo via Vespri Siciliani, l’atmosfera è del tutto diversa: i lavori di asfaltatura dei marciapiedi e della strada sono in pieno svolgimento, e i rumori dei macchinari rompono per una volta il silenzio e la pace del circondario.
Il Redentore, infatti, è uno dei quartieri più tranquilli di Busto Arsizio e uno dei pochissimi ad aver
conservato in alcuni suoi scorci la fisionomia dell’antico rione di campagna, tra orti, campi coltivati e brughiera; e il canto del gallo (asfaltatura permettendo!) è spesso l’unico suono a spezzare la quiete. Una sorta di oasi nella convulsa realtà cittadina, insomma, ma non tutto è rose e fiori: tra i residenti del quartiere è diffuso un certo (moderato) malcontento per la scarsa manutenzione e l’incuria delle strutture pubbliche, a cominciare proprio dalle strade. “Sono conciate un po’ male – dice Giancarlo Guidi – diciamo che il cinquanta per cento sarebbe da rifare. Ma evidentemente si preferisce investire in cose più importanti, per esempio il Palaghiaccio… Non parliamo delle piante: c’è tanto verde, forse anche troppo per riuscire a fare una manutenzione adeguata. Quando decidi di fare una cosa devi essere in grado di gestirla e tenerla a posto, altrimenti tanto vale non farla per niente”. Il riferimento è ai diversi giardini pubblici del quartiere e anche ai marciapiedi, in qualche caso (come in viale Trentino) resi inutilizzabili dalle radici degli alberi. “Nel parco non c’è manutenzione – dice una residente di via Tolmino – e devo telefonare io per far sì che qualcuno intervenga a tagliare l’erba o estirpare le erbacce. A Busto ci si preoccupa soltanto del centro”.
Stesso problema anche per le scuole, come l’Istituto Comprensivo “Sandro Pertini” di via Rossini: “Con
il suo parco – commenta una delle insegnanti della scuola materna – potrebbe essere una delle più belle scuole della città, invece è abbandonata a se stessa, senza manutenzione: il giardino non è curato, lo scoppio della fognatura ne ha reso inagibile una parte e solo adesso, a ridosso delle elezioni, l’amministrazione si è decisa finalmente a mandarci un elettricista”. Un altro ordine di difficoltà riguarda i trasporti pubblici: “Purtroppo la zona è poco servita, per chi non ha l’automobile è difficile muoversi: autobus e pullman passano molto raramente, e comunque bisogna cambiare mezzo per arrivare in centro. Poi naturalmente ci sono le difficoltà economiche: questo è un quartiere popolare, la crisi si è fatta sentire più che altrove e la parrocchia, che non è certo ricca, non riesce più ad aiutare i cittadini come aveva fatto in passato”. Molti degli abitanti della zona sollevano anche la questione dei rifiuti, abbandonati alla rinfusa nelle vie più periferiche, proprio là dove sopravvivono le ultime propaggini della brughiera: “Le strade più piccole – denuncia la signora Anna – diventano delle vere e proprie discariche; la colpa certamente è della maleducazione dei cittadini, però ci vorrebbe qualcuno che venisse a controllare e magari a dare qualche multa di tanto in tanto”.
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