La Lega contro Monti: “Una pietra sul federalismo”
È riunito a Vicenza il "parlamento della Padania". Sul palco si alternano i dirigenti del Carroccio. Dal pubblico slogan "secessione"
«Bossi, è la miglior risposta a quegli stronzi di giornalisti che ragliano alla luna sperando che la Lega si possa dividere». Dal pubblico è accolto con gli slogan di "secessione" e Roberto Calderoli usa parole di fuoco contro la stampa e il governo. L’ex ministro delle riforme è tra i primi a prendere la parola all’apertura del Parlamento padano della Lega Nord. L’assemblea del Carroccio si tiene a Vicenza, partecipano i dirigenti del partito, gli amministratori locali e molti militanti. Ad aprire la seduta sono stati Luca Zaia e Federico Bricolo. Il programma della giornata prevede gli interventi dei leader del partito e l’inaugurazione nel pomeriggio di una nuova sede.
Ore 13.10 – Sul palco Umberto Bossi ricorda il professor Gianfranco Miglio e parla dell’Europa delle Regioni. «Siamo alla fine di una guerra economica che l’Italia ha perso e la Padania ha vinto. Ha vinto chi ha lavorato. L’Europa presenta il suo progetto di Europa dei popoli perché ha un problema di concorrenza, deve fare fronte a un problema internazionale». Riguardo all’attività del partito ha detto: «È facile lavorare quando la gente ti supporta, vi ringrazio che siete venuti. Siamo pronti a partire». Bossi ricorda anche i primi passi del Carroccio e annuncia l’avvento della Lega "di lotta": «La lega allora non aveva i soldi ma aveva le idee giuste che vengono dal cuore. Il cervello non basta. È il momento di scatenarci, ognuno di noi dovrà fare la sua parte».
Ore 12.40 – Dopo Marco Reguzzoni è salito sul palco l’ex ministro dell’Interno Roberto Maroni: «Mi spiace solo una cosa, sul sito è sparito il resoconto dei successi contro la mafia che abbiamo ottenuto in questi tre anni e mezzo non capisco perché. La Lega contrasterà con grande forza questo attacco al ceto medio e produttivo che il Governo sta attuando. Siamo gli unici che potremo contrastare questa azione». «A Roma dovrà esserci un gruppo di attacco contro le nefandezze che stanno preparando». «Non esistono parlamenti dove non ci sono opposizioni, c’era quello della Libia di Gheddafi ma non mi sembra che sia andato molto bene. La costituzione dice che la sovranità appartiene al popolo e non ai tecnici. Penso che dietro al Governo Monti ci sia una manovra per modificare la struttura della politica italiana. Vogliono "normalizzare" la Lega o addirittura eliminarla perché non siamo in vendita, non siamo comprabili». «Il nostro progetto è quello di un’Europa democratica non assolutista». «Sono un pregiudicato per la padania ma è un onore per me esserlo. Non sta a me decidere ma la nostra forza la dobbiamo cercare al nostro interno, la Lega da sola può vincere, ce le può fare senza cercare alleanze con chi sta dall’altra parte delle barricate».
Ore 11.50 – Giorgetti: «Un bilancio di quello che ha provocato l’euro sulla nostra economia è fin troppo evidente. La crisi economica di oggi ha una radice politica, noi fummo i solitari contro l’introduzione dell’euro. Senza sviluppo nessun debito può essere sostenibile. Il susseguirsi delle manovre non è sufficente se non cresce l’economia. Una possibile soluzione è quella di usicre dall’euro. Stiamo cercando di capire se e come questo potrebbe avvenire. Certo è che la Germania non sarebbe favorita se si dovesse abbandonare la moneta unica».
Ore 11.33 – «Abbiamo oggi una crisi economica che parte da fuori e colpisce pesantemente i cittadini. Una crisi che l’Europa è incapace di risolvere, sembra quasi creata apposta per andare verso il superstato europeo». Queste le parole di Francesco Speroni che a Vicenza ha parlato anche di una necessaria uscita dall’euro: «Si vuole continuare a sottrarre la sovranità ai comuni, alle province e alle regioni e addirittura agli stati per darla ai burocrati».
Ore 11.21 – Parla il presidente della regione Piemonte, Roberto Cota: «Sta succedendo che nel 2008 era stato eletto un parlamento ed eletto dagli elettori un governo con una maggioranza e un programma. Quel governo non c’è più e nemmeno il programma di riforme che era stato impostato. È un fatto molto grave perché è la prima volta che c’è una sospensione di questo tipo della democrazia». «Quando in passato sono state cercate scorciatoie come questa, le conseguenze sono sempre state disastrose. Proprio perché c’è la crisi bisogna portare avanti quelle riforme che ci permetterebbero di rivedere la luce».
Ore 10.40 – «Devo fare della scuse alla nostra militanza – ha detto Calderoli dal palco -. Avrei voluto portare più risultati alle riforme. Ciascuno di noi, io, Maroni, abbiamo lavorato come delle bestie, usato ogni tipo di trucco, sono quasi arrivato a prostituirmi ma c’era sul tavolo il federalismo… e mi sarei anche concesso per quello. Eppure abbiamo dovuto prendere atto che hanno preferito garantirsi lo stipendio e le pensioni. Sono passati quindici anni da quando abbiamo giurato a Venezia e le abbiamo tentate proprio tutte. Siamo andati da soli, in coalizione e poi al governo. Ma ora dobbiamo prendere atto che il Parlamento ha abdicato al suo ruolo costituente. Prendiamo atto che un governo che cancella il ministero delle riforme mette una pietra tombale sulla parola federalismo. A casa nostra non deve decidere l’Europa». Sulla proposta di assegnare la cittadinanza ai figli di stranieri nati in Italia: «Sono preoccupato, è una fregatura».
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