Ambiente e comunità, Zaffaroni promette gli orti di città
Strutture di questo tipo sono la regola in molte nazioni dell’Europa centro-settentrionale. Si vuol valorizzare la pratica dell’orticoltura anche a livello ricreativo e sociale
L’orto? Me lo faccio in "piazza". Ci sono anche i “orti di città” nel programma della coalizione che sostiene il candidato sindaco Zaffaroni.
Strutture di questo tipo sono la regola, se non anche l’ottemperanza a regolamenti cittadini e cantonali, in molte nazioni dell’Europa centro-settentrionale, il cui esempio sta facendo scuola anche in Italia: celeberrimo il “Prinzessinnengarten” di Berlino. Bellissimi gli orti urbani di molte città svizzere e tedesche: da poco avviati, ma molto apprezzati gli esempi di comuni piemontesi, emiliani, toscani.
Il progetto poggia su due cardini basilari del programma stesso: da un lato, la difesa e la valorizzazione dell’ambiente, la salvaguardia e la riqualificazione delle aree verdi; dall’altro, la ricerca e la promozione di collanti per socialità e appartenenza in spazi urbani e spazi naturali, dove potersi incontrare e sviluppare relazioni di vicinato e socialità.
In concreto, si vuol valorizzare la pratica dell’orticoltura anche a livello ricreativo e sociale, come risposta al desiderio di molti, soprattutto anziani, di trascorrere qualche ora all’aria aperta impegnati in attività pratiche soddisfacenti. Non è da sottovalutare la validità anche economica del fruire di prodotti coltivati personalmente. La vicinanza, la collaborazione, lo scambio di esperienze e, perché no, la comunicazione intergenerazionale di un sapere un tempo diffuso e oggi difficile da acquisire per i più giovani, sono valori educativi e sociali.
Ma – avendo individuato mappali precisi, di proprietà comunale – si è guardato anche alla
necessità di rimettere e mantenere in ordine aree altrimenti abbandonate e di attivare il controllo delle stesse da parte dei cittadini, nell’ottica e nel contesto di una città più aperta, più solidale, più vivibile.
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