100 anni per nonna Speranza, ultima orfana della Grande Guerra
Suo padre morì in un campo di concentramento austriaco mentre la madre ancora pregava di poter rivedere il marito. Oggi il bellissimo traguardo
È una delle ultime orfane di guerra, ma della Prima, Grande, guerra mondiale: suo papà venne fatto prigioniero nel 1918 e nell’attesa di vederlo tornare la mamma diede il nome Speranza alla piccola nata il 25 aprile di cent’anni fa.
Non andò come ci si aspettava: Speranza Moscato non conobbe mai il padre, morto in un campo di concentramento austriaco.
Ma la vita di questa donna forte, e ricca di affetti per via dei 4 figli, 7 nipoti e di un numero enorme di pronipoti, è stata e sarà lunga.
Oggi in tanti l’hanno baciata e abbracciata, a partire dal sindaco di Casciago Andrea Zanotti, che per un certo periodo è stato suo vicino di casa.

«È una donna ancora molto lucida, da qualche anno sta al Molina, dopo aver perso il marito, che era il custode del cimitero di Giubiano. Originaria del Veneto, raggiunse il fratello, a Varese nel 1933 e si stabilì prima a Lissago, e poi a Casciago».
Oggi a far gli auguri a nonna Speranza c’era anche il Cavalier Sergio Ferrario presidente dell’associazione nazionale orfani e dispersi di guerra che ha omaggiato l’anziana di una targa commemorativa e l’ha aiutata a tagliare la torta offerta dalla casa di riposo.
A questa dolce signora va tutto l’affetto della redazione di Varesenews.
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