I Deep Purple scolpiti nel rock
Col quarto album in studio prendono la strada definitiva
E mentre il rock, ormai da anni, si muoveva in tutte le direzioni possibili, paradossalmente rimaneva abbastanza sguarnito quello puro e semplice, che avrebbe potuto incontrare il favore anche di pubblico meno appassionato agli sperimentalismi ed alle contaminazioni: il successone dei Led Zeppelin – che come vedremo anch’essi poi provarono strade diverse – era lì a dimostrarlo. I Deep Purple avevano appena cambiato il bassista e soprattutto il cantante (era arrivato Ian Gillan) proprio per avercene uno decisamente hard, ma stranamente come primo passo avevano pubblicato il live “Concerto For Group And Orchestra” con la Royal Philharmonic Orchestra che aveva un po’ sconcertato: In Rock arrivò a sciogliere i dubbi. E fu un successone dappertutto: oltre alla natia Inghilterra ed agli USA fu disco d’oro in Francia, Germania, Olanda ed anche Italia dove arrivò al settimo posto in classifica. Insomma: fu un album che a partire dalla copertina (che crea un gioco di parole fra le traduzioni di rock in “roccia” e in “musica rock”), e accompagnato dal fortunato non-album single “Black night”, segnò davvero un’epoca.
Curiosità: la celeberrima “Child in time”, forse il loro brano più famoso con Smoke on the water, è in realtà un plagio alla luce del sole di “Bombay Calling” degli americani It’s A Beautiful Day. In cambio, pare in amicizia, questi ultimi fecero lo stesso con “Wring that neck” dei Purple, rinominandola “Don and Dewey”.
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