I caduti di Busto Arsizio nella prima Guerra Mondiale nel memoriale-nuraghe di Biella
Una lastra presa dal conventino con il numero 320 (i caduti in guerra) e il nome del comune verrà posizionata nell'area monumentale realizzata nel comune piemontese
Anche la Città di Busto Arsizio partecipa al completamento dell’area monumentale “Nuraghe Chervu”, importante progetto dedicato alla memoria della Brigata Sassari e dei Caduti della prima guerra mondiale, promossa dalla Città di Biella e dal Circolo Culturale Sardo “Su Nuraghe”.
L’iniziativa, inaugurata nel 2019 con la posa delle prime 250 pietre, sta per essere completata con pietre di riuso provenienti dai Comuni d’Italia su cui è inciso il nome della città o del paese e il numero dei cittadini Caduti nella prima guerra mondiale. Si sta componendo così una pavimentazione molto ampia, un grande puzzle di nomi di città e numeri, che mostrerà plasticamente il contributo offerto alla Patria dai Comuni uniti.
Busto Arsizio, in particolare, contò ben 320 vittime: questo il numero inciso sulla pietra consegnata al Comune di Biella. Il progetto prevede che la pietra sia significativa per il Comune, in quanto proveniente da lastricati o rivestimenti non più utilizzati: quella che rappresenta la Città di Busto è stata recuperata nella corte della cinquecentesca casa Canevesi – Bossi, meglio conosciuta come il Conventino, edificio che sorge lungo via Matteotti, intorno a cui il borgo, poi evolutosi in città, si è formato. Si tratta di uno dei più antichi edifici di Busto Arsizio, che sarà oggetto di rigenerazione urbana nell’ambito del PNRR, in particolare del “Programma Innovativo Nazionale per la Qualità dell’Abitare”.
«Partecipare a questo progetto con una pietra che proviene dal nucleo più antico, dal cuore storico della Città, significa ricordare, cioè riportare al cuore, i nostri Caduti, insieme a tutti i Caduti italiani – afferma il sindaco Emanuele Antonelli -. Un’iniziativa originale di valorizzazione della memoria che si aggiunge alle numerose che ogni anno l’Amministrazione promuove soprattutto per coinvolgere i più giovani e che ci spinge a riflettere ulteriormente sul senso di queste iniziative. Spesso diciamo che fare memoria è indispensabile perché gli errori del passato non si ripetano: in questi giorni in cui purtroppo la guerra è tornata a seminare morte e distruzione, riproponendo schemi già vissuti che si pensavano ormai superati, fare memoria è ancora più importante per sottolineare con forza che certe decisioni portano a inevitabili conseguenze e che quindi vanno evitate a ogni costo. Intravvedo in questo progetto anche un altro significato: mettendo in evidenza simbolicamente la forza dell’unione, della collaborazione, della comunione d’intenti, ci invita a restare uniti per invocare e costruire la pace, che è ciò di cui abbiamo più bisogno in questi giorni».
«Ringrazio la prefettura di Varese che ci ha invitato a partecipare sottolineando il valore dell’iniziativa, il Comune di Biella e il circolo sardo Su Nuraghe per aver permesso alla Città di Busto di contribuire a un monumento così significativo che che farà per sempre memoria del sacrificio dei nostri soldati – conclude Antonelli -. Aggiungo che abbiamo voluto creare un legame con la Città anche attraverso l’incisione sulla pietra: sia il nome ‘Busto Arsizio’ sia il numero ‘320’ sono stati incisi con lo stesso carattere e lo stesso colore (verde scuro) utilizzati per i nomi dei cittadini benemeriti incisi sulla lastra delle civiche benemerenze che si trova nel palazzo municipale».
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