Eolo lancia l’ultima sfida (milionaria) alle connessioni impossibili
Non un solo centesimo di contributo pubblico. Un pool di banche ha finanziato il progetto per portare la connettività nelle aree svantaggiate
Quando si parla di quelle medie aziende portatrici di valori e di attenzione responsabile per i territori, capaci di innovare e fiore all’occhiello dell’economia italiana, sembra di avere davanti agli occhi l’identikit di Eolo. L’azienda di telecomunicazioni di Busto Arsizio, guidata dal suo fondatore Luca Spada, ha appena investito altri 150 milioni di euro per vincere la battaglia contro il digital divide nelle aree bianche, cioè non raggiunte dalla banda larga e ultralarga.
Una battaglia importante perché oggi il diritto di cittadinanza passa anche dall’avere un accesso alla rete internet che permetta alle persone di studiare e lavorare a distanza e, perché no, di vedere un film con una buona qualità.
Questo nuovo tassello del progetto, non ha avuto un solo euro di contributo pubblico, ma è stato finanziato da un pool di banche che hanno fiutato l’affare buono e giusto. A convincere gli istituti di credito ad allentare i cordoni della borsa sono stati anche i numeri di Eolo, azienda che continua a crescere anno dopo anno. Nel 2018 i ricavi sono stati pari a 125,5 milioni di euro in crescita del 26,9% rispetto all’anno prima con un invidiabile cash flow di quasi 41 milioni di euro. Non di certo una sorpresa, tenuto conto che negli ultimi anni la media della crescita è stata sempre superiore al 20%.
L’azienda puo’ contare su 500 collaboratori diretti, una rete di 2.500 installatori che portano la connettività Fwa (Fixed wireless access) in tutta Italia per un indotto totale di 10 mila persone impiegate fra tecnici, partner commerciali e collaboratori. «Lo Stato deve fare investimenti nella fibra ottica troppo costosa per le aziende private – spiega Spada -. Noi facciamo la nostra parte con la rete Fwa e diamo soluzioni nel breve e medio termine, ma per traghettare il Paese nei prossimi trent’anni occorre sostituire il doppino di rame, che ha fatto il suo tempo».
Quello di Eolo non è stato un annuncio perché il piano a sostegno dei piccoli comuni è iniziato da tempo. La connettività a banda ultralarga fornita dal provider di Busto Arsizio raggiunge attualmente 6.000 comuni, all’appello ne mancano ancora 1.500 che verranno coperti con questo ulteriore investimento. Il sud è in ritardo ma sta recuperando in fretta. Per esempio la copertura delle aree bianche in Campania, che fino allo scorso anno era pari a zero, oggi è già al 44%.
Luca Spada combatte con successo su questo fronte da almeno quindici anni. I laboratori di Eolo hanno sfornato la tecnologia e gli apparati che oggi vengono adottati in tanti altri paesi. Nel frattempo la società di telecomunicazioni bustocca ha costruito ben 3mila ripetitori con una vera e propria accelerazione negli ultimi tre anni grazie all’entrata nel capitale del fondo di investimento statunitense Searchlight Capital Partners.
Nonostante Eolo abbia aderito al programma Elite di Borsa italiana, dedicato alle imprese ad alto potenziale di crescita, non ha intenzione di quotarsi. «Non è una nostra priorità» conclude laconico Spada che si accontenta di avere un’azienda felice.
Mai più paesi senza banda larga. Eolo investe altri 150 milioni di euro
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