E-mail, il Parlamento Europeo sceglie il “grande fratello”

Web Society - Più controllo con l'archiviazione dei dati relativi alle comunicazioni telefoniche, al le chiamate mobili, al surfing in Internet e alle e-mail

Sarà una decisione che farà discutere a lungo quella presa ieri dal Parlamento Europeo, in tema di tutela dei dati personali nelle comunicazioni elettroniche. La proposta, approvata a larga maggioranza, prevede che gli Stati membri possano derogare alla protezione dei dati personali dei cittadini nel caso di indagini penali o per salvaguardare la sicurezza nazionale o pubblica. La questione però si complica in tema di archiviazione dei dati relativi alle comunicazioni telefoniche, alle chiamate mobili, al surfing in Internet e alle e-mail. Se gli Stati membri decideranno di adottare misure legislative in questa direzione, le aziende potrebbero subire qualche contraccolpo economico. Infatti tutti i provider, anche i più piccoli, dovranno dotarsi di server giganteschi per conservare tutti i movimenti di posta dei loro clienti, con un aumento dei costi tale da poter essere sostenuto solo dalle grandi società di telecomunicazioni.

Marco Cappato, eurodeputato eletto nella Lista Bonino, nonché relatore della proposta, ha però chiesto che il suo nome fosse ritirato dalla relazione, rifiutando ogni responsabilità sull’esito della votazione. «La sessione plenaria del parlamento – dice Cappato- ha invertito completamente quanto detto in prima lettura e in sede in commissione delle libertà civili. Ppe-De e Pse hanno raggiunto un compromesso sulla ritenzione dei dati e sulla iper-regolamentazione di Internet. Hanno ignorato le richieste dei quasi 17 mila cittadini che avevano firmato una lettera aperta per chiedere  ai membri del Parlamento Europeo di votare contro l’inserzione di questa misura di ritenzione dei dati. E’ una decisione che comporta notevoli limitazioni alle libertà civiche e va contro la posizione della commissione parlamentare per le libertà e i diritti dei cittadini».

Il documento approvato stabilisce anche il principio che per ricevere una e-mail bisogna avere espresso preventivamente il gradimento, sistema definito "opt-in" e già utilizzato in Italia. Le associazioni dei consumatori (Aduc in testa) manifestano qualche preoccupazione sugli effetti delle intrusioni dello Stato nella comunicazione con la posta elettronica: rischi di emarginazione dell’e-mail a favore del telefono e imposizione di una tassazione unitaria della stessa.


Redazione VareseNews
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Pubblicato il 31 Maggio 2002
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