Servizi sociali, la rivoluzione lenta

Busto Arsizio - Entro l'estate partiranno i tavoli fra comune, enti e rappresentanti del terzo settore. Ma le organizzazioni in città sono centinaia, come si sceglierà il referente?

La chiamano tutti la rivoluzione dei servizi sociali. Quando sarà attuata la legge 328 che permette ai comuni una gestione e una programmazione partecipata fra pubblico e privato del settore socio-assistenziale, imporrà cambiamenti notevoli, ma di repentino certo non ha nulla. È un processo lento. Questo lo hanno capito i cittadini e i rappresentanti di associazioni che lunedì sera hanno partecipato all’assemblea pubblica sul piano di zona di Busto Arsizio. Nella sala Tramogge (gremita per l’occasione) l’assessore ai servizi sociali Franco Mazzucchelli e il redattore del piano Giordano Vidali hanno spiegato al pubblico finalità, risorse, aree di intervento e le modalità con cui le prestazioni sociali saranno erogate a livello comunale. In sala c’erano anche molti consiglieri comunali, che hanno acconsentito alla richiesta di Mazzucchelli di far parlare cittadini e rappresentanti delle associazioni.
Sono in totale 2.044.380 i milioni di euro che saranno erogati al comune a partire da questo anno fino al 2004. La prima annualità, pari a più di un milione, è stata già erogata. Questi finanziamenti saranno divisi fra cinque aree di intervento che riguardano gli anziani, i disabili, i minori e la famiglia, i malati psichici, i poveri e gli emarginati. Se nei primi anni il comune punterà a migliorare i suoi servizi, ora della terza annualità giocheranno un ruolo fondamentale il terzo settore, le cooperative sociali, insomma il privato. Quando i livelli essenziali di assistenza sociale (case di riposo, centri diurni come il Cse etc.) saranno potenziati, la spesa sociale del comune sarà investita nei buoni sociali e nei voucher. La destinazione della spesa sarà in pratica ribaltata e i cittadini potranno utilizzare dei buoni (che danno sostegno economico) e voucher da spendere per prestazioni in organizzazioni accreditate (il concetto è quello dei buoni pasto).
È complesso il meccanismo di azioni e intervento che il piano di zona prevede, ma nella sostanza il piano di Busto mette al centro della sua azione la valorizzazione e il sostegno alle responsabilità della famiglia e l’impegno a garantire adeguati servizi finalizzati al mantenimento delle persone in particolari situazioni di fragilità sociale presso il proprio domicilio.
Associazioni, volontariato e terzo settore, ora dovrebbero diventare loro i protagonisti partecipando ai cinque gruppi di lavoro che in forma compartecipata costruiranno l’offerta di servizi per anziani, disabili, malati psichici, poveri e d emarginati. In occasione dell’assemblea a tutti è stata infatti consegnato una scheda che esprime la volontà delle organizzazioni ad aderire ai gruppi di lavoro. Ma a questi tavoli (uno per ogni area di intervento) siederanno rappresentanti del comune, degli enti e delle associazioni, cooperative, gruppi di volontariato, terzo settore. E visto che l’associazionismo in città è davvero capillare (solo i gruppi di volontariato sono circa 120) risulterà un’impresa decidere chi alla fine rappresenterà questo vasto panorama. Che si tratta di una bella sfida lo sanno bene in via Roma , sede dell’assessorato. «Il valore aggiunto della 328 è la possibilità di contribuire a programmare la rete dei servizi – spiega infatti Vidali – certo sarà difficile per i gruppi di volontariato o per le cooperative sociali individuare un referente, ma bisogna iniziare a lavorare in questo modo». Guardare oltre la propria parrocchia aggiunge ancora. Se l’impresa riesce, si prevede la partenza dei tavoli entro l’estate. Nei prossimi giorni inoltre la scheda sarà inviata a tutte le organizzazioni riconosciute di Busto.
Ma le domande dal pubblico sono tante. «I tempi ci lasciano perplessi – dice Valli della san Vincenzo – quando si concretizzerà il piano?». La referente per la Caritas Maria Grazia Buzzi oltre ai tempi, esprime altri dubbi «Mi pare che manchi la mappatura delle risorse e dei bisogni». È vero questa fotografia ancora non c’è e lo confermava nei giorni scorsi lo stesso assessore. Quanto ai tempi, «mancano due regolamenti regionali sui buoni e voucher e la commissione dovrebbe emetterli il 30 giugno».
Ancora scettici i consiglieri della minoranza presenti in sala. «L’assessore Mazzucchelli ripete da mesi le stesse cose – dice Alberto Grandi capogruppo dei Progressisti – ma continua a non fare proposte concrete su come sviluppare servizi sociali, anche questa sera, quasi tutti hanno chiesto una mappatura dell’esistente dei servizi e dei bisogni e i criteri di accreditamento». I progressisti non condividono inoltre il criterio di composizione dei tavoli. «Speriamo che si tratti di un lapsus del redattore del piano».

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Pubblicato il 30 Aprile 2003
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