Nuovo ospedale: venti sale operatorie con un solo accesso. Previsti ingorghi di barelle
Al museo dei trasporti di Ranco, che ha ottenuto prestigiosi riconoscimenti internazionali, c’è un grande plastico dove lungo chilometri di binari sfrecciano contemporaneamente una settantina di convogli ferroviari rispettando percorsi obbligati, precedenze, semafori, tempi di percorrenza. La ferrovia in miniatura riproduce situazioni che si registrano ogni giorno su qualsiasi rete: da quando il plastico è in funzione non c’è mai stato un incidente grazie a sistemi di sicurezza e di gestione degli impianti che dobbiamo a uno studioso dei trasporti del calibro di Francesco Ogliari, il papà del museo. Non è dunque un caso che ogni anno tra le migliaia di entusiasti visitatori che raggiungono Ranco vi siano esperti di ferrovie di tutto il mondo che vogliono “testare” di persona gli impianti di sicurezza ideati da Ogliari.
Può sollevare curiosità il fatto che dovendo parlare di sanità e del nostro nuovo ospedale il cronista faccia riferimento a un esperto di ferrovie, di incroci, semafori e attese, ma è poi angosciante constatare che nemmeno chi è genio nel governo dei nodi di grandissimo traffico potrebbe mettere una pezza a una nuova , clamorosa deficienza del progetto del nuovo ospedale.
Venti sale operatorie, cinque per ognuno dei quattro moduli previsti per l’attività chirurgica, con un solo accesso e una sola uscita per l’intero grande quartiere operatorio ricavato nei sotterranei dell’edificio.
Se si tiene conto che quasi tutti gli interventi vengono effettuati al mattino, è facile immaginare che razza di ingorghi di barelle ci saranno all’unico accesso alle sale operatorie, roba da far sentire dei privilegiati gli automobilisti che ogni mattina sulla A 8 affrontano il calvario della Castellanza –Linate. E’ facile intuire che il problema per pazienti, medici, infermieri non sarebbe solo il tempo dell’attesa in sè. Insomma alle odierne continue paralisi del Pronto Soccorso il progetto del nuovo ospedale vuole alternare quelle delle sale operatorie.
E’ toccato ai medici, inizialmente tenuti lontano dal progetto come dei non aventi diritto, scoprire questa incredibile magagna. Constatato che effettivamente si sarebbe creato un eccezionale garbuglio, tale da sfidare un sistema di traffico computerizzato o
l’esperienza di un Ogliari, quatti quatti all’ospedale oggi si ritocca il progetto che avrà un costo decisamente antipatico: infatti, a rendere possibili accessi e uscite rapidi dall’intero quartiere saranno i moduli, le sale operatorie con un sacrificio di spazio e quindi con un servizio ai pazienti quantitativamente inferiore.
La fretta è sempre cattiva consigliera. L’arrivo del finanziamento, oltre 204 miliardi, che dobbiamo alla regia di Giuseppe Adamoli e non al Centrodestra o al Centrosinistra , ha visto scatenarsi una corsa irragionevole e quindi si è voluto e subito un ospedale nell’ospedale, cioè in uno spazio già precario, vera bestemmia urbanistica, realizzando un’opera che sarà inadeguata nel giro di pochi decenni. A Bizzozero invece si poteva costruire una struttura con un grande futuro di sviluppo.
Sul progetto si è tirato diritto non coinvolgendo i sanitari e così quando la frittata era già nella padella ci si è accorti di notevoli carenze, come la mancanza in ogni reparto di locali per i medici. E si è in un ospedale universitario. Con il problema della accessibilità alle sale operatorie siamo al record dei record.
Le cose sarebbero sicuramente andate meglio dal punto di vista progettuale se non si fossero preferiti degli stranieri alla altrettanto limpida partecipazione al concorso di un gruppo di bravissimi professionisti varesini.
C’è sempre poi il problema della comunicazione. Anche il silenzio sull’ultima magagna è un errore: ai giornalisti si offrono trionfalismi e promesse, comunicati e interviste per dire che tutto va bene poi smentiti dai fatti. Si va di fretta perché si avvicinano le elezioni.
Meglio però usufruire di un ospedale efficientissimo inaugurato nel 2007 che avere un anno prima una struttura non perfettamente azzeccata.
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