Ucciso per la musica? Dubbi sul movente
In apparenza un delitto scaturito da una banale lite, ma agli inquirenti restano dubbi sulla ricostruzione dei fatti da parte dei tre arrestati
Ancora vari aspetti restano avvolti nel mistero a riguardo del delitto di Casorate Sempione, scoperto venerdì dalla Polizia di Gallarate. Il fatto di sangue è avvenuto poco dopo la mezzanotte di venerdì: nella casa di Redouan Bettioui (in realtà proprietà di sua sorella), già ai domiciliari negli scorsi mesi, si trovavano in quattro, tutti marocchini: oltre al 37enne padrone di casa la vittima, Rachid Zarouli, 27 anni, residente a Somma Lombardo, Hicham Mouhili, 35, anch’egli residente a Somma, e Sifdine Beabide, un giovanissimo che ha cercato di farsi passare per sedicenne ma dagli esami radiografici risulta maggiorenne. Bettioui, Mouhili e Beabide sono stati arrestati, e dovranno rispondere di omicidio con l’aggravante dei futili motivi e occultamento di cadavere: il delitto è stato scoperto a molte ore di distanza dal fatto quando il Mouhili, assentatosi dalla compagnia degli altri due con un scusa («devo andare al bagno») ha raggiunto il commissariato di Gallarate collaborando con le forze dell’ordine, nell’evidente intento di alleggerire la propria posizione. Gli altri due compari sono stati rapidamente catturati a Gallarate.
Dopo una serata in allegria fra musica, e sembra, abbondanti libagioni, di alcool, il delitto, secondo le dichiarazioni degli arrestati, tutte da verificare, sarebbe scaturito da una banalissima lite su quale musica ascoltare, se marocchina piuttosto che egiziana. Tesi che lascia tuttora qualche dubbio agli inquirenti, come è pure è da accertare chi abbia materialmente colpito la vittima. Accertato che sul corpo dello Zarouli vi sono i segni di varie coltellate, dovrà essere l’autopsia, prevista non prima di martedì, a chiarire se la morte sia stata immediata o meno: l’uomo, avvolto in una coperta, era stato abbandonato in un locale che dava sull’androne del cortile. Lì lo ha ritrovato la polizia su indicazione del Mouhili. Quest’ultimo ha operato quanto in termine giuridico si definisce "recesso operoso" dal reato, fatto che potrebbe (il condizionale è d’obbligo) alleggerirne la posizione.
Il terzetto dopo il delitto aveva trascorso "tranquillamente" la nottata in casa, come niente fosse, per poi uscire a metà mattinata e girovagare per stazioni ferroviarie tra Somma e Gallarate: secondo Mouhili, sarebbero stati in qualche misura "ostaggi" del Bettioui e intimoriti da lui, ma anche qui è tutto da verificare. Le dichiarazioni dei tre infatti sembrano sostanzialmente compatibili, ma restano dubbi sulla ricostruzione dei fatti e sul possibile movente del delitto, da qui l’arresto anche per gli altri due. Saranno dunque autopsia e rilievi tecnico-scientifici a cercare di dissipare le ultime ombre sulla vicenda. Il fascicolo è affidato al pm di turno della Procura di Busto Arsizio, Sabrina Ditaranto. Lunedì è attesa l’udienza di convalida dei tre arresti di fronte al gip Maria Greca Zoncu.
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