Il Pd lombardo: “Su Malpensa gli sprechi li pagano gli italiani”
Nuovi manifesti tricolori del Partito Democratico in tutto il Varesotto. Marantelli, Tosi, Adamoli e Aspesi spiegano le strategie del partito
Una nuova campagna del Partito Democratico in provincia di
Varese per contestare duramente la politica del governo Berlusconi su Alitalia e Malpensa. Sui cartelloni tricolori che saranno affissi in tutto il Varesotto le scritte: “Il Governo Berlusconi-Bossi regala Alitalia ai francesi, rifila tre miliardi di debito agli italiani, svende Malpensa, licenzia migliaia di lavoratori, se ne frega delle imprese.
Stefano Tosi – «La situazione a Malpensa è drammatica – spiega il consigliere regionale e segretario provinciale del Pd -. Le
promesse di liberalizzazioni e accordi bilaterali a breve termine sono fumo negli occhi: ci vuole tempo, non è più l’epoca delle bugie. La soluzione di Cai a Malpensa è un danno per tutti: cittadini-contribuenti, imprese del territorio e sistema Paese. Noi abbiamo predisposto un pacchetto di iniziative per rilanciare l’aeroporto e rifare di Malpensa una piattaforma logistica importante: ci muoveremo a Roma con i nostri parlamentari con un monitoraggio costante delle reali revisioni degli accordi bilaterali; in Regione con la previsione di un piano regionale degli aeroporti che valorizzi lo scalo in vista dell’Expo 2015, la verifica e l’impiego di ammortizzatori sociali in un periodo di crisi annunciata come quello alle porte, l’impiego delle risorse dei Fondi Europei su progetti per rilanciare gli investimenti; in Provincia con la programmazione della formazione e la previsione dei tavoli abbandonati negli ultimi mesi, la richiesta di un nuovo piano industriale di Sea aggiornato, la previsione di opere infrastrutturali che il Governo mette a rischio».
Daniele Marantelli – «L’unica spiegazione che può giustificare un’operazione come questa è immaginare che Berlusconi abbia
avuto contropartite dai francesi – attacca l’onorevole del Pd -. La vicenda del cargo è allucinante, non è stato fatto nulla di concreto per un settore chiave per tante imprese del Nord: gli acquirenti ci sono (si parla di Alis Aviazione Civile, ndr), ma ci vuole tempo e per due mesi si rischia di far andare le merci ad Amsterdam o in Germania. Smettiamola con la storia di Roma contro Milano, le responsabilità di quanti hanno massacrato il sistema aeroportuale lombardo sono diffuse. Il danno è stato fatto, il Pd deve mettere in campo ogni iniziativa possibile: ieri abbiamo presentato due odg alla Camera, uno su Malpensa e uno sull’Expo (accolti come raccomandazioni, ndr). Pdl e Lega non sono capaci di governare, vanno avanti solo a spot ideologici».
Giuseppe Adamoli – «A vincere sono stati AirOne, Banca Intesa, Cai ed AirFrance; a perdere il territorio, i lavoratori, i passeggeri e
il sistema aeroportuale – spiega il consigliere regionale del Pd -. Il cosiddetto decreto “Salva Malpensa” non ha proprio niente di salvifico. Diciamo no al monopolio di Cai sulle tratte domestiche, non ha nessuna ragion d’essere. Dobbiamo batterci per garantire i collegamenti di Malpensa: in questa partita è stato fatto troppo poco e
Mario Aspesi – «Il territorio è unito, lo ha dimostrato il “Malpensa Day” – spiega il sindaco di Cardano al Campo -. Il manifesto del
Pd è un pugno nello stomaco alla politica, ma vuole essere una mano tesa per il territorio: abbiamo chiesto un consiglio comunale aperto che sarà convocato speriamo tra poche settimane. Vorremmo sia fatto a Malpensa, nel cuore del problema per dimostrare che un fronte comune c’è. Noi amministratori locali che paghiamo il rumore, le difficoltà di gestione, la crescita dello scalo senza controllo adesso siamo anche di fronte a questa crisi occupazionale che coinvolge migliaia di persone. Ogni giorno arriva gente che si lamenta: solo pochi giorni fa una coppia di coniugi, entrambi in cassa integrazione, sono venuti in Comune a manifestare la propria disperazione. La crisi è pesante: Malpensa è stata lo sfogo per la crisi del tessile, ora per la crisi di MAlpensa di sfoghi non se ne vedono».
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