Quattro chili e mezzo di eroina, arrestato pakistano
Era in transito a Malpensa diretto a Barcellona. Lo stupefacente di provenienza afghana, una possibile fonte di finanziamento per i Talebani
Quattro chili e seicento grammi di eroina al 98% di purezza. Questo l’ingente sequestro effettuato mercoledì sera dai militari della Guardia di Finanza di Malpensa, sempre attivi in collaborazione con l’agenzia delle Dogane nel reprimere i traffici illeciti. A finire in manette è stato un pakistano di 35 anni, da tempo regolarmente residente a Barcellona, in Spagna, dove lavora e dove era diretto. Si trovava infatti a Malpensa in transito, su un volo partito da Lahore e che aveva fatto scalo a Dubai prima di raggiungere l’aeroporto lombardo. Piuttosto corpulento, l’uomo si era sommariamente nascosto addosso l’ingente quantitativo di eroina con delle pancere e dei cosciali, contando di passare semplicemente per… un po’ in carne. Si portava in realtà dietro un valore commerciale piuttosto ingente: un chilo di stupefacente allo smercio può rendere sui 26.000 euro. E data l’altissima purezza della droga trasportata, dal quantitativo si potevano ricavare fino a 38-40 chili di dosi di eroina da immettere sul mercato europeo.
La provenienza della droga è con ogni probabilità afghana. Dopo aver tassato le coltivazioni d’oppio e i traffici quando erano al potere, i talebani, insieme alle varie bande e clan dello sventurato Paese centroasiatico, trovano oggi negli stupefacenti un elemento fondamentale per procurarsi armi con cui proseguire la lotta contro gli occupanti e gli avversari interni. Quanto alla Spagna, è una delle rotte d’ingresso favorite dai trafficanti per il trasporto di droga a livello europeo, dopo gli accordi di Schengen e la cessazione dei controlli sistematici ai confini interni dell’Unione Europea.
Soddisfatto il colonnello della GdF di Malpensa Emilio Fiora. «Quello dell’eroina dalla rotta pakistana» spiega a Varesenews «è un fenomeno che vediamo riemergere in questo episodio dopo un po’ di tempo. Nel 2006-2007 lo avevamo colpito duramente fino a farlo praticamente cessare, sequestrando all’epoca qualcosa come 70 chili circa dello stupefacente. Di certo in quel periodo avevamo seriamente scoraggiato i trafficanti dal passare per Malpensa con questo genere di carichi».
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