Morti bianche, la denuncia della Cgil
Dopo l'ultimo caso nel Milanese il sindacato tiene alta la guardia
Riceviamo e pubblichiamo
Ieri sera un altro lavoratore è morto in seguito ad un grave incidente avvenuto alla Colombo Spurghi, un’azienda di Concorezzo, nel Milanese. L’operaio è stato risucchiato da un nastro trasportatore: "un’altra morte atroce sul lavoro – ha detto Oriella Savoldi, della Segreteria della CGIL Lombardia.
Questo dimostra che la sola "cabina di regia" non salva la vita se le volontà e le scelte concrete delle istituzioni previste e preposte e se le imprese non operano in questa direzione, e che è utile aprire un confronto con le parti sociali, ma non ci si può limitare a questo, come fa la Regione Lombardia.
Una politica tutta tesa a sostenere imprese orientate esclusivamente al profitto o a scaricare le loro difficoltà su chi lavora, è la prima responsabile dei troppi morti e infortunati sul lavoro.
Occorre fare in fretta nell’applicazione, senza modifiche, dei decreti attuativi delle norme sulla sicurezza, garantendone il rispetto anche attraverso le sanzioni previste.
E’ il momento della piena assunzione di responsabilità da parte della politica nel suo complesso, a sostegno di quanti operano nelle aziende – spesso nel più completo isolamento – e dell’impegno delle Organizzazioni Sindacali sul terreno della difesa del diritto alla salute e alla sicurezza sul lavoro. Altro che pensare ad ulteriori peggioramenti come l’eliminazione del divieto al lavoro notturno per puerpere e gestanti auspicato da chi evidentemente e’ contro le donne che lavorano e la loro vita".
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