Oscar 2009, trionfa la speranza di The Millionare
A sorpresa otto statuette per il film di Danny Boyle e per il premio di miglior attore a Sean Penn. Solo tre premi per Benjamin Button. Nell’omaggio agli artisti scomparsi “dimenticato” Dino Risi
Trionfa l’outsider The Milionare. Vince la voglia di vedere al cinema una favola, di vedere una buona novella, di non flagellarsi. Vince quello che alla presentazione delle nominations era stato definito come Cenerentola, preferendo alla vittoria altri titoli, altri registi. Poi, complice forse l’aggravarsi della crisi economica, la pellicola di Danny Boyle, già regista molto versatile che in passato ha firmato Trainspotting, 28 giorni dopo, Sunshine, ha acquistato più importanza. Nella notte tra domenica e lunedì il trionfo dell’opera in cui pochi credevano e costata soltanto 15 milioni di dollari (ne ha già incassati 150): miglior film, regia, sceneggiatura non originale, fotografia, montaggio, canzone, suono, colonna sonora. Un vero fiume di premi, tra categorie “pesanti” e tecniche.
Il grande sconfitto è sicuramente il film di tre ore di David Fincher Il curioso caso di Benjamin Button, che aveva raccolto tredici nominations e che invece si porta a casa “solo” tre oscar minori, tra cui trucco ed effetti speciali.
Due grandi riconoscimenti a Milk, sul primo politico americano dichiaratamente gay, interpretato da Sean Penn e che sconfigge il favorito Mickey Rourke di The wrestler, già vincitore all’ultimo festival di Venezia, come miglior attore protagonista, oltre a portarsi a casa la miglior sceneggiatura originale.
Tutto secondo le previsioni, invece per le altre categorie dedicate agli attori: come non protagonista trionfa il Joker di Heath Ledger, riconoscimento postumo per il giovane attore scomparso nel gennaio del 2008 e che venne apprezzato con una nomination per I segreti di Brokbreak mountain, nel 2005. Sul versante femminile, scontata la vittoria, tanto che i bookmaker a momenti no raccoglievano nemmeno le scommesse, di Kate Wislet per la nazista di The reader, mentre per la non protagonista vince la pazzia di Penelope Cruz di Vicky Cristina Barcellona, l’ultima fatica di Woody Allen, i cui film spesso portano a casa premi per gli attori. Scontata anche la vittoria di Wall-E come miglior film d’animazione.
Per il miglior film straniero, altra sorpresa: dopo l’esclusione di Gomorra, il favorito era sicuramente Walzer con Bashir, ma ha vinto invece il giapponese Departures. Mentre gli italiani, che già erano rimasti senza nomination, sono stati esclusi anche dai ricordi: nel consueto omaggio agli artisti che sono scomparsi durante il 2008, non è stato nemmeno citato Dino Risi che pure aveva ottenuto due nomination per il bellissimo Profumo di donna, di cui gli americani hanno anche realizzato un famoso remake.
Una premiazione veloce e sobria, diretta dall’attore Hugh Jackman che sembrava dovesse dividere equamente i premi tra i film in gara, come accadeva spesso negli ultimi anni (Il signore degli anelli a parte che portò a casa 11 statuette), ma che, in antitesi con le vittorie dell’anno scorso con i cupi Non è un paese per vecchi e Il petroliere, ha visto invece dominare, trionfare, vincere, i buoni sentimenti e la speranza di The millionare e Danny Boyle.
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