Tempi duri per la carità
La Caritas lancia un allarme: «I provvedimenti politici sembrano guidati dalla cattiveria anziché dalla ragione della carità»
Tempi duri per la carità. Costretta a districarsi nei meandri di un decreto legge che pone in capo ai medici la scelta della denuncia delle situazioni di irregolarità, aumenta la tassa sul permesso di soggiorno, rende più difficoltosi i ricongiungimenti familiari, subordina l’iscrizione anagrafica all’igiene dell’immobile in cui abita l’extracomunitario quando già parlare di immobile è un eufemismo. Per non citare le ordinanze comunali sui lavavetri, seminari e accattoni, definite quantomeno «fantasiose» da Luciano Manicardi, il rappresentante della Comunità di Bose, intervenuto questa mattina a Varese nell’ambito del convegno annuale della Caritas Ambrosiana “La carità e la Caritas: per un nuovo inizio”.
Un momento per ribadire un impegno sociale, quello della carità, particolarmente difficoltoso nel contesto che stiamo vivendo. Contesto in cui, sempre nelle parole di Manicardi, «la cattiveria pare guidare i provvedimenti politici» mentre anche «il pensiero politico dovrebbe essere imperniato sulla carità, sul pensiero dell’altro come uomo». Di questo passo il povero diventa capro espiatorio dei problemi della società: «Quello che accade oggi è una criminalizzazione del povero in quanto tale: o perché è straniero o perché è senza fissa dimora. La povertà sta diventando stigma della criminalità e il povero viene reso ancora più povero con la negazione dei suoi diritti. Così si alimenta il clima della paura: ed è proprio sulla paura che si fonda l’antitesi perniciosa del noi e del loro»
Che fare dunque di fronte a questa «ragione politica senza carità»? Che ruolo deve avere la Caritas? Quello di liberare il povero dalla paura di essere povero anche attraverso la parola e la denuncia. Perché c’è un tempo in cui non si può più tacere, e quel tempo sembra arrivato. Importante in questo contesto anche il ruolo della formazione e dell’educazione alla carità: un tema illustrato da Don Peppino Maffi, rettore del Seminario di Vengono Inferiore, mentre da Madre Augusta Negri delle suore della Riparazione di Varese è arrivato il monito di “educare attraverso il fare”. Una toccante testimonianza che ha messo in luce l’esempio di carità attiva nel nostro territorio attuata presso il centro di via Bernardino Luini.
Al convegno hanno preso parte anche mons. Luigi Stucchi, vicario episcopale della zona di Varese e Luciano Gualzetti, vice direttore Caritas Ambrosiana.
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