Asili e materne si cambia. Ma non sarà una rivoluzione
L'Assessore ai servizi educativi Tomassini replica alle critiche e alle preoccupazioni di genitori e operatori e assicura: «Le novità ci saranno ma non peseranno»
Le preoccupazioni sono tante quando si parla di scuola. L’anno che inizierà il prossimo settembre, poi, porterà con sé variazioni importanti che, a tutt’oggi, si fa fatica a declinare nella realtà quotidiana.
Per riportare la discussione su un tavolo di confronto pratico e senza paure infondate, l’Assessore ai servizi educativi del Comune di Varese Patrizia Tomassini ha spiegato i cambiamenti che ci saranno per le scuole dell’infanzia e nei nidi comunali. «La novità grande è un’offerta formativa nuova che si articola in sei proposte orarie, importante per poter svolgere un percorso educativo serio. La grande delusione di aver perso il modello orario “8.30 – 15.00” non può svilire l’intera proposta fatta dall’amministrazione che ha pensato ai genitori, ma anche ai bambini e al progetto educativo che svolgeranno».
L’assessore, pur comprendendo l’importanza della novità, rifiuta di ridurre l’intero discorso all’organizzazione oraria: «La scuola non è un parcheggio ma un luogo di formazione. La circolare ministeriale 15 gennaio 2009 dice testualmente “:La scuola dell’infanzia funziona per 40 ore settimanali e con assegnazione di due docenti per sezione. A richiesta delle famiglie i bambini possono frequentare le attività educative soltanto al mattino o avvalersi di un tempo scuola più ampio fino ad un massimo di 50 ore settimanali. Noi ci siamo attenuti alla circolare. Se poi ci saranno occasionalmente esigenze particolari, si troverà sicuramente la soluzione migliore».
Le fasce orarie tra cui i genitori dei bambini di tre anni sono chiamati a scegliere sono:
1^ 7.30 – 13.30
1^ 7.30 – 13.30
2^ 7.30 – 16.30
3^ 7.30 – 17.30
4^ 8.30 – 13.30
5^ 8.30 – 16.30
«Se 40 ore sembrano eccessive per un bambino di tre anni, si deve sempre ricordare che il periodo dell’inserimento è graduale e va organizzato sulle esigenze e le risposte del bambino stesso».
Novità riguarderanno anche i costi: le tariffe saranno orarie, cioè differenziate a seconda della proposta scelta. Nessun ritocco, invece, al buono mensa che rimane differenziato in base alle fasce di reddito.
Cambiamenti sono stati decisi anche per gli asili nido la cui offerta verrà estesa alla prima settimana di agosto: «Per questo servizio verranno coinvolte anche le educatrici dell’infanzia che lavoreranno per otto giorni, dopo il 30 giugno, con bambini di due o tre anni, cioè gli stessi bimbi che potrebbero frequentare le sezioni primavera ormai collaudate».
Novità importanti, infine, riguardano i centri estivi le cui tariffe hanno subito una profonda rivisitazione: « Le condizioni economiche e la normativa ci impongono una diversa politica. Abbiamo, quindi, optato per una tariffa unitaria, al posto delle fasce di reddito, che, comunque, non prevede un esborso enorme. Per una settimana si pagherà 50 euro, dalla quinta in poi 150. Non mi sembrano costi inaccessibili. Per chi è veramente in difficoltà, inoltre, ci sono sempre agevolazioni e aiuti che si stabiliranno con i servizi sociali».
Piccole variazioni che, in un periodo di grandi cambiamenti, possono far preoccupare chi è abituato e soddisfatto di un determinato modello. L’Assessore Tomassini, però, è ottimista.
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