
Crisi, “Una continua corsa ad ostacoli per le aziende”
Così la la Giunta dell’Unione Industriali varesina. “Bene alcune misure del Governo, ma resta critico l’accesso al credito”
Prima la crisi finanziaria internazionale che si è trasferita sull’economia reale penalizzando tutti i settori del sistema economico, come in particolare il manifatturiero. Poi la difficoltà nell’accesso al credito. E ora anche quella nel dare più adeguata copertura assicurativa ai crediti all’esportazione. Le imprese industriali ce la mettono tutta per rimanere in corsa nella sempre più difficile congiuntura. Una vera e propria corsa ad ostacoli, insomma, come ha fatto sapere la Giunta dell’Unione degli Industriali varesina, che si è riunita nel corso della giornata di oggi, 26 marzo per fare il punto della situazione produttiva e occupazionale in questo periodo di crisi.
Cominciando dalle misure approntate dal Governo per far fronte alla circi e positiva, anche se con alcune riserve, la valutazione dei provvedimenti assunti dall’esecutuivo.
”Bene, in particolare, l’estensione a oltre un miliardo e mezzo del Fondo di garanzia sui crediti concessi alle piccole e medie imprese – si legge nella nota di univa a seguito della Giunta odierna – , a condizione però che esso sia spendibile interamente nel 2009 e non venga spalmato su più esercizi. Bene anche l’innalzamento della soglia da 516 mila a un milione di euro per la compensazione tra crediti e debiti delle imprese nei confronti della pubblica amministrazione”.
”Bene, in particolare, l’estensione a oltre un miliardo e mezzo del Fondo di garanzia sui crediti concessi alle piccole e medie imprese – si legge nella nota di univa a seguito della Giunta odierna – , a condizione però che esso sia spendibile interamente nel 2009 e non venga spalmato su più esercizi. Bene anche l’innalzamento della soglia da 516 mila a un milione di euro per la compensazione tra crediti e debiti delle imprese nei confronti della pubblica amministrazione”.
Bene, poi, anche l’impegno a sbloccare i pagamenti delle amministrazioni pubbliche per le forniture delle imprese: una cifra complessiva, attualmente “congelata”, che si aggira tra 40 e 60 milioni, secondo le diverse stime, che, se immessa nel circuito dell’economia, potrebbe imprimere una spinta forte al sistema.
Riserve, come si diceva, su altri punti, come ad esempio l’introduzione dell’IVA per cassa, in quanto limitata alle attività con fatturato solo fino a 200 mila euro: una soglia giudicata troppo bassa per poter interessare il settore manifatturiero.
“Saranno sufficienti questi rimedi ad assicurare la tenuta del sistema produttivo da qui al 2010 – si domandano gli industriali – e quando è attesa l’inversione del ciclo? L’opinione della Giunta è che serva anche un’azione da parte dei Governi dei più importanti Paesi, i quali devono trovare rimedi condivisi e politiche di accompagnamento concordate. La crisi globale impone rimedi da trovarsi e da attuarsi a livello altrettanto globale. Per questo motivo, forte è l’attesa sull’esito del prossimo G20 previsto per il prossimo 2 aprile a Londra”.
Restano tuttavia in questo momento sullo sfondo due questioni particolarmente critiche. La prima è quella dell’accesso al credito, sempre più difficoltoso e costoso. L’Unione Industriali sta conducendo, a questo proposito, una seconda indagine tra le imprese associate per acquisire informazioni aggiornate sullo stato dell’arte in vista di una nuova tornata di incontri con le banche presenti sul territorio, alle quali rappresentare i termini della situazione. La richiesta, che si prospetta, è quella di non limitarsi alla fredda applicazione dei rating previsti da Basilea 2, ma di saper valutare le imprese per la loro storia e per i loro progetti e di garantire oggi il credito anche per l’ordinaria gestione.
“Da questo punto di vista – fa rilevare la Giunta di Univa – è stata giudicata altrettanto favorevolmente la richiesta di Confindustria di prevedere la detassazione degli utili reinvestiti. In un momento nel quale le sofferenze sono in crescita e le banche diventano dunque più selettive, l’aumento di capitale da parte delle imprese può essere un ottimo segnale di quanto gli imprenditori credano nella propria azienda. Ma non si tratta solo degli aumenti di capitale in senso stresso. Si ricapitalizza anche facendo investimenti – è stato fatto osservare – e le banche dovrebbero sostenere anche questo tipo di operazioni da parte delle imprese”.
L’altro fronte aperto – particolarmente critico per la moltitudine di imprese che negli scorsi anni si è riposizionata sui mercati internazionali – è quello dell’assicurazione dei crediti export. “In altri Paesi europei – conclude la nota di Univa – , i nostri competitor godono di un sostegno più efficace per la tutela assicurativa delle proprie esportazioni, con il risultato che gli stessi si aggiudicano più facilmente le forniture. Sono dunque necessari un sostegno più adeguato e servizi più moderni a favore delle nostre esportazioni. In un momento, come l’attuale, nel quale le commesse scarseggiano, perdere dei contratti a favore dei competitor stranieri, che sono non più bravi, ma solo meglio assistiti di noi, è un vero peccato. Imperdonabile”.

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