Inquinamento, aria irrespirabile a febbraio

Le particolari condizioni della pianura padana e il clima tardo invernale alla base della concentrazione di Pm10 nell'aria. A Gallarate quasi il quadruplo dei valori consentiti

E’ un febbraio disastroso, per la qualità dell’aria. Il tempo soleggiato e senza precipitazioni e la scarsità di vento hanno fatto sì che nella seconda metà del mese le medie delle concentrazioni di polveri sottili nell’aria schizzassero oltre i livelli di guardia, spesso addirittura superando il doppio di quanto ammesso dalla legge. E a Gallarate, in uno degli ultimi giorni del mese, si è sfiorato addirittura il quadruplo dei valori d’allarme: 199 microgrammi per metro cubo, quando il limite è 50
 
Il problema, si sa, è annoso ed è legato alle particolari condizioni della pianura padana, una sorta di catino dove gli inquinanti tendono a ristagnare, specie in assenza prolungata di precipitazioni.
Ma veniamo ai numeri: a Varese la centralina Arpa di via Coppelli ha registrato ben 9 giorni su 28 oltre i limiti, un giorno ogni tre. Un risultato qausi positivo, se confrontato con l’aria che si respira nella bassa provincia: a Saronno per 11 giorni si è superato il limite, di questi ben 7 hanno visto concentrazioni oltre il doppio di quanto consentito. A Busto la centralina Accam, posta in periferia, ha registrato 13 giorni di sforamento (di cui 6 oltre 100microgrammi per metrocubo). A Ferno la centralina aeroportuale ha registrato valori oltre il limite per 15 giorni (di cui 7 oltre il doppio). La maglia nera spetta però a Gallarate, con 15 giorni oltre i limiti, di cui 6 oltre il doppio. La città dei due galli registra anche un record negativo davvero inarrivabile: il 23 febbraio la media giornaliera (la media, si badi bene) è arrivata a quota 199, quasi il quadruplo della soglia massima che può essere superata per soli 35 giorni l’anno. 35 giorni che molte città rischiano di superare già a marzo.
Anche la giornata di oggi, nonostante le leggere precipitazioni, registra valori allarmanti: il PM10 è a quota 95 microgrammi/metrocubo a Busto Arsizio Accam, 94 a Gallarate, 71 a Varese Coppelli.
 
L’aspetto climatico è solo uno degli elementi: certo l’inverno, quando è secco, diventa la stagione più critica, perchè alle emissioni da traffico automobilistico si aggiungono quelle degli impianti di riscaldamento. Ma non si deve dimenticare che anche nei mesi primaverili ed estivi non sono rari i superamenti dei limiti e che spesso i valori rimangono appena sotto la soglia massima consentita. Il che indica che se le vecchie caldaie a gasolio contribuiscono non poco al problema, la "base" da cui si parte è rappresentata dalle emissioni di particolato degli autoveicoli (a Milano l’Arpa ha calcolato sia responsabile dell’82% delle emissioni).
Una emergenza continua di fronte a cui le risposte si dimostrano ancora insufficienti, in particolare negli interventi contro il traffico privato e le emissioni. Eppure gli effetti sono rilevanti: alle polveri sottili sono riconducibili non solo patologie gravi, ma anche bronchiti, asma e tosse sempre più frequenti e sempre più insistenti, in particolare in inverno. Che non costano solo alla collettività in termini di spesa sanitaria, ma anche ai singoli cittadini in termini di qualità di vita. 

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 03 Marzo 2009
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