«Le discariche sono vere bombe ecologiche»
L’intervento delle associazioni ambientaliste dopo la morte dell’operaio avvenuta nei giorni scorsi all’interno della struttura: “Non abbiamo risposte dalle autorità”
riceviamo e pubblichiamo
Noi comitati e associazioni della zona, da anni sosteniamo che le discariche sono “bombe ecologiche” e le nostre, quelle del polo di Gorla Maggiore – Mozzate, ancora di più per i milioni di tonnellate di rifiuti che da trenta anni a questa parte vi sono conferiti. Nel corso di questi anni ci sono state diverse esplosioni con boati e scosse del terreno percepiti a chilometri di distanza a cui si sono aggiunti anche pericolosi incendi: abbiamo sempre segnalato, denunciato, chiesto spiegazioni sulle dinamiche di questi incidenti, ma non abbiamo mai avuto alcuna risposta dai Comuni interessati, ne dalle Province di Como e Varese e neppure dalla Regione Lombardia. Dopo tante battaglie sulla messa in sicurezza, sul rispetto delle norme di conferimento e sulle direttive dello stoccaggio rifiuti, ci siamo visti deridere, escludere e contrastare, addirittura accusati di “allarmismo”! come se davanti all’evidenza di fatti ed eventi si doveva ottundere i sensi per non vedere, sentire, percepire …
La morte di questo operaio, che abbiamo appreso con dolore, purtroppo conferma le nostre preoccupazioni in merito alla sicurezza e alla pericolosità di questi impianti ad alto livello di rischio.
Noi, e quando diciamo “noi” intendiamo larghe fasce di territori del Basso Varesotto, compresi Castellanza Legnano, Busto Arsizio, del biogas ne sappiamo qualcosa, dei lunghi periodi dell’anno in cui la sera dobbiamo affrontare i miasmi che c’investono. Tutte le volte i proprietari e i gestori della discarica ci tranquillizzano dicendo che “tanto non fa male alla salute”: noi sappiamo invece che sempre di gas metano ed anidride carbonica (CH4 CO2) si tratta e non abbiamo mai sentito di qualcuno risanato da “quel tipo di aria”, probabilmente la politica che si vuole percorrere è quella della morte per stillicidio.
Infine, è triste doverlo ancora una volta constatare, ma in Italia perché qualcosa si muova, è necessario il sacrificio di un vita. Questa morte servirà forse a cambiare qualcosa?
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