
Pro Patria, anche la Procura chiede il fallimento
L'udienza dovrebbe comunque tenersi il prossimo 1° aprile. Ultimi giorni per salvare il salvabile da parte del presidente Zoppo, poi la parola passerà al tribunale
Nuova tegola sulla Pro Patria: dopo i creditori si fa sotto anche la Procura. Viene infatti dagli uffici di largo Giardino un’altra istanza di fallimento a carico della società di via Ca’ Bianca, che si aggiunge a quelle già presentate dai privati verso i quali la società è da tempo in debito. La novità non dovrebbe comunque (condizionale come sempre d’obbligo) far slittare i tempi dell’udienza fallimentare prevista in tribunale mercoledì 1° aprile prossimo.

La situazione societaria resta al momento in alto mare: il presidente Giuseppe Zoppo, che da settimane si fa vedere il meno possibile nella generale ostilità della tifoseria, ha convocato per lunedì 30 marzo l’assemblea dei soci. Vi troverà fra gli altri i Vender, da cui ricevette l’estate scorsa il pacchetto di maggioranza, quel Roberto Cerboni già principale socio di minoranza e con cui Zoppo ruppe ben presto clamorosamente, quel Francesco Lamazza già direttore generale esautorato dal presidente, quel Fiorenzo Scaburri che progettò il maxistadio di cui tanto si parlò, poi finito nel nulla di fronte all’indisponibilità di spazi e al nicchiare dell’amministrazione comunale. Zoppo aveva annunciato il mese scorso l’intenzione di ricapitalizzare la società; il fatto è che il "buco" nei conti c’è ed è assai consistente, per tacere di quanto rivendicano i creditori che già hanno fatto la fila in tribunale. Il presidente sosteneva di aver subito una truffa, con fatture mai pagate; la GdF indaga con la massima attenzione per ricostruire ogni movimento di denaro. I giocatori sono in subbuglio dal mese scorso e hanno annunciato la richiesta di messa in mora della società per i mancati pagamenti, ma da ragazzi appassionati del proprio mestiere continuano ad allenarsi e a rincorrere il sogno di una promozione sul campo. Zoppo, dopo aver causato un mezzo terremoto facendosi raggiungere dall’ex patron di Triestina e Sanremese Flaviano Tonellotto, decisamente male accolto in città, sta cercando all’ultimo momento di rabbonire i creditori con pagamenti almeno parziali: ma se anche questi recedessero dalle istanze di fallimento, resta sempre quella depositata ieri dalla Procura, e il giudice dovrà comunque esprimersi.
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