Dal PD accusa: “Per risolvere la crisi, la Regione è poco incisiva”
I consiglieri regionali del PD Stefano Tosi e Carlo Spreafico chiedono che gli assessori riferiscano in commissione attività produttive sulle politiche di contrasto alla crisi
I dati congiunturali sulla produzione in Lombardia elaborati da Unioncamere e Confindustria Lombardia pongono seri dubbi sull’efficacia delle misure anticrisi della Regione. “Se il 50% delle imprese – spiegano i consiglieri regionali del PD Stefano Tosi e Carlo Spreafico – lamenta che le condizioni di accesso al credito sono peggiorate significa che gli strumenti messi in campo, comprese le politiche regionali, non stanno dando i risultati sperati. Le banche, evidentemente, non sono state toccate dagli interventi regionali in favore dall’apertura delle linee di credito a favorire chi investe e produce, mentre il fondo di garanzia, che secondo la Regione avrebbe di fatto messo in moto risorse per l’enorme cifra di 4 miliardi, non ha dato gli effetti annunciati dalla Giunta ”.
Il PD chiede che gli assessori Romano Colozzi, Domenico Zambetti e Romano La Russa, competenti per politiche finanziarie, artigianato e industria, riferiscano in commissione Attività Produttive sullo stato di attuazione delle politiche a contrasto della crisi. “Occorre fare il punto su ciò che si è detto e su ciò che si è effettivamente fatto – continuano – perché la crisi è entrata pesantemente nelle realtà produttive della Lombardia e la Regione non è stata finora incisiva. C’è un fattore determinante, che è il tempo. Occorre agire celermente perché le aziende hanno bisogno di credito ora e l’attesa può essere fatale per molte realtà”.
Mettere la pubblica amministrazione in condizione di pagare i propri debiti verso i fornitori, che sono in genere piccole imprese e professionisti, è una delle misure da attuare subito, come proposto dal PD con una mozione. “La Regione – concludono i consiglieri – può anticipare i pagamenti ai creditori della Pubblica amministrazione attraverso Finlombarda, la finanziaria regionale. Lo si fa già per la sanità ed è un meccanismo virtuoso che può liberare molte risorse oggi ingessate. Questo è un primo passo concreto di cui attendiamo l’attuazione”.
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