“Non ci sono parole”
Fra quanti si sono recati sul luogo del dramma di ieri il presidente del Moto Club Gemonio Mattia Bodini: i Palomba erano appassionati iscritti sin dalla fondazione del sodalizio
«Non ci sono parole». C’è un silenzio pesante come una pietra nel dialogo a distanza con Mattia Bodini, presidente del Moto Club Gemonio, sul luogo della tragedia che ha distrutto la famiglia di Mario Palomba, uno dei soci più conosciuti e stimati del sodalizio. Aveva due figli gemelli Mario: la strada glieli ha portati via entrambi, uno a settembre, Alex, l’altro, Manuel, ieri, giorno di Pasqua. Una beffa del destino per la quale veramente non vi sono parole. «C’è poco da dire» sospira Bodini cercando di capacitarsi dell’accaduto. «Manuel era un motociclista, come tanti, è successa una fatalità. Non mi spiego come sia potuto accadere, non qui voglio dire, la strada è larga, rettilinea, senza ostacoli, deve essere sucesso qualcosa, forse una gomma bucata. Non è possibile». Bodini tace, si guarda intorno, fissa la strada, la vecchia via tra Brenta e Casalzuigno, due corsie larghe e sgombre, il guardrail su cui si è schiantata l’ultima vittima della strada. «Quella di Mario è sempre stata una famiglia di appassionati della moto, di lunga data ed esperienza. Il club lo avevamo fondato nel 2006 con tanto entusiasmo, tante volte loro sono venuti con noi nelle nostre uscite. Sapevo come guidava Manuel, adesso diranno tante cose, che andava forte, ma non era da lui. Doveva ancora reiscriversi quest’anno, ma so che era attento. Seguiva le regole del club, era attento soprattutto nell’attraversamento degli abitati. Siamo motociclisti, queste cose le sappiamo: basta sorpassare un’auto che va piano e…». Mancano le parole.
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