Democratici Uniti, tutti per Nadia Rosa

Un centrosinistra compatto, guidato da un volto nuovo della politica, scende in campo dopo cinque anni di "esilio" all'opposizione. Trasparenza e legalità e il no alla terza pista di Malpensa i cavalli di battaglia

Democratici Uniti: un nome, un programma, una volontà. A Lonate Pozzolo sarà battaglia nel merito delle questioni che contano, promettono dal centrosinistra i cui esponenti si schierano a sostegno della candidatura della 39enne consulente del lavoro Nadia Rosa, volto completamente nuovo alla politica lonatese, anche se figlia e nipote d’arte: il nonno fu sindaco del paese nel dopoguerra, il padre assessore provinciale con il Psdi. L’obiettivo è riprendere il discorso interrotto cinque anni fa con la sconfitta elettorale da parte del centrodestra di Gelosa.

«Democratici Uniti è una denominazione dal duplice significato. Uniti perchè insieme lavoriamo da cinque anni, uniti perchè vogliamo rappresentare tanto il capoluogo quanto le frazioni di Sant’Antonino e Tornavento» chiarisce la candidata, presentando con un pizzico di emozione la lista alla stampa. «La mia candidatura è condivisa da tempo, e non abbiamo avuto difficoltà a formare la nostra lista. A differenza di altri» – stoccata indirizzata alla Lega – «non abbiamo dovuto attendere ordini dall’alto». La lista, tutta di lonatesi, combina volti nuovi come quello di Nadia Rosa ed elementi già da tempo attivi a livello locali, giovani (un terzo dei candidati) e non, uno su qattro è donna. Tra le figure note Walter Girardi, già assessore all’ambiente sotto Canziani, i consiglieri uscenti Vaccaro e Brognara, il preside di Ingegneria Gestionale della Liuc Giacomo Buonanno. Esperienza e novità, eredità ideali e stimoli nuovi per rispondere alle sfide del presente e del futuro. «Siamo qui non per noi, ma per i nostri figli e nipoti» dirà Buonanno: la parola d’ordine è costruire per la lunga durata, sulla roccia e non sulla sabbia.

I temi sul tappeto sono vari. la partecipazione ad esempio: Democratici Uniti ne lamenta la mancanza sul PGT (Piano di Governo del Territorio), «nessun confronto con i cittadini, e ben poco con la minoranza». La difesa del territorio («meno cemento, anche se i troppi piani integrati dell’amministrazione sono stati in parte stoppati dalla crisi») e dell’ambiente passa anche attraverso il no ad ulteriori espansioni di Malpensa, vedi terza pista: «Londra Heathrow ha solo due piste ed è uno dei maggiori scali mondiali» cita la candidata. «L’aeroporto resti sul sedime che occupa attualmente, può svilupparsi ma non ci deve schiacciare». Tornavento non si tocca insomma, o sarà… la seconda battaglia di Tornavento, appunto. Il no, non è gridato nè enfatico; nondimeno è fermo. Particolare attenzione viene posta alla tutela della brughiera nella zona della via Gaggio, alla periferia ovest dell’abitato, nella zona interessata dai sorvoli e dalla delocalizzazione. Sviluppo ulteriore a raccolta differenziata, rete ciclopedonale, bioedilizia ed energie rinnovabili completano il programma ambientale, che ha incassato anche l’appoggio esterno della "mancata lista" Alternativa Verde. Sul piano sociale invece si rimarca una volontà di venire incontro alla fasce deboli della popolazione e soprattutto di vivacizzare il paese creando occasioni d’incontro per i giovani ed eventi culturali, anche con la valorizzazione del monastero di San Michele, «un gioiello lasciato al suo destino dall’amministrazione». All’incrocio fra urbanistica e sociale la volontà di ridare slancio all’edilizia convenzionata, «fermatasi in questi anni». Altro tema è quello della collaborazione con i vicini: e a Gelosa, residente a Ferno, la lista di centrosinistra imputa di aver contribuito, paradossalmente, al depotenziamento dell’Unione comunale proprio con quel Comune.

Inutile girarci intorno, dopo le operazioni di polizia delle scorse settimane si finisce per parlare anche di ‘ndrangheta e dintorni. «Non bisogna mai generalizzare» premette Rosa, «perchè tanta brava gente è venuta qui dal Sud per lavorare e rifarsi una vita. Però la politica deve essere estranea a fenomeni mafiosi e dimostrarlo con la trasparenza e la legalità». «Serve una politica capace di costruire una società che possa non dover convivere con la paura, negli ultimi cinque anni se qualcosa è mancato sono stati gli antidoti a un certo clima» commenta Buonanno. La Lega sostiene di aver lanciato già anni fa degli allarmi, ma Brognara non è d’accordo: «In cinque anni l’unico che ha nominato la ‘ndrangheta in consiglio comunale sono stato io, per un tentato incendio di un mezzo nel cortile del municipio. Dalla maggioranza sono stato zittito al grido di "è stata una ragazzata"».

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Pubblicato il 09 Maggio 2009
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