Cota: “Polemiche inutili, l’esame è una bufala”
Il presidente dei deputati leghisti parla di «test propedeutico al concorso pubblico». Il ministro Gelmini sottolinea: «Non è proposta del Governo». E interviene Dario Fo: «Solo in Lombardia i dialetti sono più di 50: è un'utopia degli incolti»
«Nessun esame, smettetela di fare polemiche inutili». Il presidente dei deputati della Lega Nord, il novarese Roberto Cota, parla di "bufala" nel commentare la notizia secondo cui per il Carroccio sarà necessario superare un esame di dialetto per insegnare in regioni diverse dalla propria. «La proposta è quella di fare test preselettivi per consentire l’accesso agli albi regionali degli insegnanti, previsti dalla proposta di legge in discussione. Test propedeutici al superamento dei concorsi pubblici». Cota parla poi di «università più generose e università più rigorose» e aggiunge: «il test dovrà riguardare uno spettro culturale ampio, non riconducibile alla banalizzazione fatta oggi dai giornali».
Sulla questione interviene anche il ministro interessato, ovvero Mariastella Gelmini, titolare dell’istruzione. Il ministro smorza i toni e conferma come «non c’è alcuna distanza tra PdL e Lega sul tema della scuola». Gelmini ha inoltre sottolineato come il disegno di legge Aprea non sia una proposta del Governo e sostiene che sia giusto «legare i docenti al territorio mentre sulle tradizioni si può ragionare in sede di revisione dei programmi».
E anche un premio Nobel della letteratura, Dario Fo, nativo di Sangiano in provincia di Varese, dice la sua su quanto sta accadendo. «Un test di dialetto agli insegnanti è un’utopia degli incolti» dice Fo senza mezze parole. «Ci vorrebbero dieci anni solo per creare i maestri dei maestri dei maestri: messa così ha il solo intento di eliminare i professori del sud che insegnano al nord». Tra i problemi che verrebbero a crearsi il letterato ne porta uno che anche molti lettori di VareseNews hanno sollevato: «Io solo del lombardo ho contato circa 50 varianti, tra montagna e pianura; sono stati alcuni poeti lombardi come Matazone da Calignano a inventare una lingua intermedia composita». Infine Fo conclude facendo riferimento all’uso odierno del dialetto, quasi scomparso: «In certe città non si parla quasi più; anche mio figlio quando legge Carlo Porta ha bisogno del dizionario. E vorrei fare io un test ai politici che hanno avanzato questa proposta: mi piacerebbe chiedere a quelli della Lega, che è nata in Lombardia, quanto sanno veramente dei poeti lombardi, quanto a fondo conoscono la storia e le tradizioni della loro regione».
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