Morto tra i rifiuti, ”Quella casa ci fa paura”

Dopo la scoperta del cadavere mummificato, parlano gli abitanti della zona: avevano presentato in comune un esposto all’inizio dell’anno. “Bisce e pantegane grosse come gatti”

“Pensi che certe sere vengon fuori dei topi grandi come gatti che attraversano la strada e ci arrivano al cancello, dove per proteggere il nostro cane abbiamo dovuto mettere una rete. Sennò se lo mangiano”. C’è un solo posto in via Fratelli Bertolla a Porto Ceresio da dove pantegane di quella stazza possono arrivare, secondo gli abitanti del civico 15: è il casotto che costeggia la ferrovia, dove qualche giorno fa è stato ritrovato il cadavere oramai in decomposizione di Giovanni Battista Pedeferri (nella foto). Il prossimo 21 agosto avrebbe compiuto 84 anni ma il suo corpo, dopo almeno quattro mesi dalla morte, è stato trovato nel fabbricato di proprietà delle ferrovie, mangiato dai topi e dalle larve. Un posto che fa paura ai residenti, i quali stanno di casa a pochi metri da lì, e che qualche mese fa presentarono in comune una petizione. Gli abitanti sono ancora sgomenti da quanto accaduto. “Venerdì scorso mi è sembrato un sogno il sentire decespugliatori in azione lungo la ferrovia – racconta la signora Marta Julita, una delle abitanti del quartiere – . Un miraggio durato poco, dopo mezzora le macchine tagliaerba si sono fermate. Poi ho visto i carabinieri”.
Gli operai dell’azienda che ha in appalto la pulizia della massicciata per Rfi (Rete ferroviaria italiana) avevano trovato qualcosa all’interno della casa. Il resto è cronaca. “Adesso, però, che qualcuno si muova – continua la signora Marta – . All’inizio dell’anno abbiamo presentato una raccolta firme sottoscritta da oltre 200 residenti per denunciare lo stato di degrado dell’area. Hanno fatto il consiglio comunale, il sindaco ci ha ricevuti, ma poi nulla. E venerdì scorso quella sorpresa tremenda”. Ma che qualcuno, saltuariamente, vivesse in quella casa, non era una novità a sentir parlare gli abitanti. Secondo Filippo Presti, anche lui residente nella via Bertolli e anche lui tra i firmatari dell’esposto in comune (“l’ho presentato di persona”) che qualcuno bazzicasse in quegli immobili, è cosa nota. Come è cosa nota l’incendio che si sviluppò nell’autunno del 2007. E poi ancora una serie di crolli che si sono verificati di recente nella parte adiacente a quella dove è stato scoperto il corpo di Pedeferri. “Adesso che è successo questo episodio, che ha dell’impossibile – concludono i residenti – che qualcuno si muova: è inammissibile che a pochi metri dalle case abitate vi siano posti come questi, infestati da ratti e bisce, fuori da ogni controllo e pericolosi”.

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Morto nel casello ferroviario 4 di 10
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Pubblicato il 10 Agosto 2009
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