Caro sciur benvegnu in dul nost servizi psichiatrich
Un opuscolo di accoglienza, con le norme e le regole del reparto di psichiatria del Verbano, è stato tradotto in dodici lungue, tra cui il dialetto
“Cara sciura/caro sciur,
a vorum dagh ul nost benvegnü d’un veghel chì in dul nòst Servizi Psichiatrich de Diagnosi e Cüra, ul nòst impegn el sarà fai pulida par dagh un aütt in d’un fruntà i Sò prublema de salüt in dul rispètt du la Sò persona…”
A prima vista si potrebbe pensare ad un’invasione "padana" nel servizio di psichiatria. L’uso del dialetto, però, non c’entra proprio nulla con il recupero delle radici e l’esaltazione delle nostre tradizione. Si tratta, più semplicemente, di un’attenzione all’accoglienza di un paziente che potrebbe trovare conforto e familiarità nella lingua parlata sin da piccolo in casa. Isidoro Cioffi (foto a lato), primario del reparto di psichiatria del Verbano, ha così pensato di utilizzare l’approccio famigliare per entrare in sintonia con pazienti che, oltre a terapie e farmaci, hanno indubbiamente bisogno di un’accoglienza particolarmente tranquillizzante. L’equipe di Cioffi, quindi, ha pensato di predisporre un pieghevole per i pazienti che stanno entrando in reparto (e, naturalmente, anche per i loro familiari), dove vengono fornite alcune indicazioni e consigli per permettere al personale sanitario di rendere più confortevole e serena la permanenza nel reparto di psichiatria.Le indicazioni sono varie: dall’occorrente per la vita quotidiana agli oggetti da consegnare per ragioni di sicurezza ed igiene, dalle indicazioni sulla organizzazione del quotidiano in reparto agli orari di visita, dalle modalità d’uso del cellulare alle disposizioni sulla privacy.
E, visto che le malattie mentali non conoscono confini, il reparto ha deciso di impegnare amici, volontari e studiosi di altre lingue per tradurre il testo del pieghevole, così da permettere a tutti, indistintamente, lo stesso grado di accoglienza. L’opuscolo, quindi, ha visto l’edizione italiana, varesotta (precisamente nella lingua in uso a Stì Cittiglio), inglese, francese, tedesca, spagnola, polacca, albanese, ungherese e romena. Da lunedì prossimo uscirà nella versione indiana e araba, mentre si sta lavorando ad un pieghevole in ucraino.
«Tutto ciò aiuta a far sentire, già dal primo momento, sia il paziente italiano che di altre nazionalità, rispettato non solo come malato, ma come persona nella sua integrità psico-corporea» ha sottolineato Isidoro Cioffi. Al suo appello, per trovare traduttori volontari e preparati, hanno risposto in tanti: il Centro comune di ricerca (CCR) di Ispra, l’associazione Difesa Ammalati Psichici (A.Di.A.Psi.) di Varese, il personale dell’Ospedale di Cittiglio e della Psichiatria del Verbano.
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