Gli operai Rutil: “Siamo senza un soldo per campare”

I lavoratori hanno organizzato un presidio per far conoscere la loro situazione: da febbraio non ricevono lo stipendio e la cassa integrazione stenta ad arrivare

La crisi è così: va e viene, e si muove su due binari. Uno è quello al livello più alto, delle banche e della finanza, l’altro corre più in basso e sfugge alle grandi cronache. Accade così che nei giorni in cui in tanti dicono che la crisi sia finita, fuori dalla sede dell’azienda Rutil, di recente diventata la Raimbo, di Lonate Ceppino si sono ritrovati i suoi lavoratori. A loro nessuno ha offerto alcun tipo di aiuto o di bond, ma per i quali ci avrebbero messo la firma volentieri.
Sì, perché nonostante si ripeta che la crisi sia finita, questa mattina, la frase ricorrente tra i dipendenti dello stabilimento che ha chiuso i battenti era: «riusciremo a dare da mangiare ai nostri figli ancora per poco».
È la condizione di un centinaio di lavoratori che dal mese di febbraio non percepiscono un soldo, se non 2.000 euro. Erogati in 6 mesi.
L’azienda è in fallimento e non ha anticipato la cassa integrazione straordinaria, così come non lo ha fatto nessun altro. E almeno fino a dicembre-gennaio, gli è stato detto che le cose resteranno così. Poi arriveranno i magri 700 euro della cassa integrazione.
Finora hanno tirato avanti come hanno potuto, ma questa mattina hanno deciso di farsi sentire, se non altro per evitare di essere dimenticati, «come fino ad adesso è sempre accaduto!».
Il loro urlo di rabbia e di dolore lo vogliono indirizzare agli enti territoriali. «Cosa hanno fatto e cosa stanno facendo per noi la Regione Lombardia e la Provincia di Varese? Si rendono conto della situazione in cui versiamo, noi come tanti altri lavoratori lasciati a casa da un giorno all’altro senza un soldo? I padroni dell”azienda poi non ne parliamo, chi gli ha più visti? Dove sono finiti?».
Gaetano Placonà, delegato Rsu della Cgil, spiega tutti i passaggi che hanno travolto i lavoratori: il calo della produzione, la trattativa con un acquirente per il salvataggio dell’azienda, il fallimento della trattativa, la richiesta della cassa integrazione. E ne trae una sola conseguenza, che è un’accusa: «dico ai politicanti, che lo sanno già benissimo e fanno finta di niente, che questa crisi la stanno pagando solo le parti deboli e gli operai».
E così in via San Lucio c’è un enorme stabilimento completamente deserto e destinato all’abbandono, separato dai suoi lavoratori da una cancellata verde.
Loro, i dipendenti, al di fuori della cancellata, cercano di attirare l’attenzione per raccontare come si vive senza un soldo, o meglio come si sopravvive.
Lo stabilimento, racchiuso all’interno della cancellata, racconta meglio di chiunque altro con il suo desolante silenzio la tristezza di una macchina produttiva che si ferma, e cade, a pochi passi dalle persone che saprebbero e vorrebbero rialzarla e farla funzionare.
Otello Amabile è delegato della Uilm-Uil di Varese, anche lui era al presidio di questa mattina e della crisi fornisce un quadro nero. «Altro che fine, il boom sta arrivando adesso, stiamo cercando di spingere con gli enti e le banche, ma vi assicuro che la situazione da qui in poi è di emergenza».

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Gli operai dell Rutil protestano 4 di 18
Redazione VareseNews
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Pubblicato il 01 Ottobre 2009
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