Paola Reguzzoni: «Agesp non è nel mirino di Brunetta»

Dopo le polemiche sollevate nei giorni scorsi dall'ex-assessore ai lavori pubblici Girola, parla l'amministratore delegato di Agesp Servizi in merito alla riforma in arrivo e sui conti della società

Quanto guadagna il comune nell’esternalizzazione di un servizio? Quanto guadagna l’azienda municipalizzata nell’accogliere i servizi che il Comune le passa? Quanto guadagna un amministratore delegato di una società multiutilities come Agesp Servizi? Quanto inciderà la riforma Brunetta che vuole dare un taglio alle esternalizzazioni?
Queste e altre domande sono state al centro della discussione politica sulle dimissioni dell’assessore ai lavori pubblici Franco Girola e alle sue esternazioni sul potere delle municipalizzate. Paola Reguzzoni, amministratore delegato della società Agesp Servizi, risponde a quelle domande.

Paola Reguzzoni, può dirci quanto guadagna?

«Nel 2009 il mio stipendio per questo ruolo è di 20 mila euro lorde, nel 2008 erano 7.500 euro. Molto meno di quello che si guadagna in Amsc o in Prealpi Servizi».

Il ministro della Funzione pubblica Brunetta ha sparato a zero contro le aziende municipalizzate annunciando che fermerà, con la riforma degli enti locali, le esternalizzazioni dei servizi comunali verso questo tipo di società, definendoli dei «veri e propri centri di potere». Quindi, le esternalizzazioni portate avanti dal comune di Busto Arsizio torneranno indietro come un boomerang?
«Prima di tutto sono completamente daccordo col ministro e sono anche sicura che il suo ragionamento non si è basato su realtà come quella di Agesp. Qui non assumiamo sotto elezioni, non abbiamo voragini di bilancio, non usiamo l’azienda come una fonte di potere politico, come accade da Roma in giù. Detto questo in Italia le leggi non sono retroattive e quindi non dovrebbe toccare le esternalizzazioni già in atto».

Perché allora questo accentramento su Agesp di settori anche importanti come la manutenzione delle strade?
«Per il semplice fatto che il Comune ha le mani legate per rispettare i mille vincoli imposti dallo Stato centrale. Lacci e laccetti che sono stati introdotti per fermare lo sperpero di denaro pubblico dei comuni dal Po in giù ma che colpiscono anche Comuni virtuosi. C’è da dire che l’amministrazione di Busto Arsizio non può affidare ai privati servizi di utilità pubblica e quindi deve per forza affidarsi alle municipalizzate. Noi, in sostanza, faremo le veci del Comune ma in maniera più spedita con un rapporto di 6 a 1. Se gli uffici comunali in un mese fanno solo una gara di appalto noi siamo in grado di farne 6».

Agesp Servizi ha un disavanzo di amministrazione piuttosto pesante anche se in diminuzione: nel 2007 aveva 1,8 milioni di passivo e  1,18 nel 2008. L’esternalizzazione dei servizi non aggraverà una situazione finanziaria già difficile?
«Non siamo ancora in grado di dire con certezza quanto queste esternalizzazioni peseranno sulle casse di Agesp Servizi. Per il primo anno temiamo di sì ma l’impegno entro pochi anni rimane quello di sanare i conti e riportare in pareggio il bilancio. Teniamo conto del fatto che l’unica attività in perdita è quella dell’impianto sportivo delle Piscine Manara per il quale stiamo ammortizzando l’investimento di 15 miliardi fatto anni fa per la struttura. Credo che, comunque, le iniziative che intendiamo mettere in campo per il 2010 miglioreranno la situazione: una di queste è la rivalutazione del patrimonio della società».

Quanto risparmierà il Comune dall’esternalizzazione?
«Siamo in grado di abbattere del 10% da subito i costi del Comune nei settori esternalizzati. La questione è semplice: Agesp ottiene il rimborso dell’Iva su ogni operazione, il Comune non poteva farlo quasi mai. Tenuto conto che in base alle varie operazioni l’imposta è in media del 15% il calcolo è presto fatto»

I dipendenti temono questo passaggio ad Agesp, pensano che la loro situazione economica possa subire un peggioramento. Cosa si sente di dire loro?
«Che non c’è nulla da temere. In sostanza per i primi sei mesi tutti i dipendenti dei settori interessati passeranno di comando dal Comune ad Agesp. Per i più vicini alla pensione c’è la possibilità di rinnovare il comando di sei mesi in sei, fino alla pensione: questo eviterà loro di avere problemi a fini previdenziali. Per tutti gli altri si discuterà in base alla loro volontà di diventare dipendenti Agesp a tutti gli effetti oppure restare dipendenti comunali. capisco le loro preoccupazioni, soprattutto rispetto alla questione dei calcoli Inps ma con un pool di esperti analizzeremo le situazioni una alla volta. Ai sindacati dico che la porta per il dialogo è aperta e già questa mattina c’è stato un incontro che ha chiarito alcuni aspetti»

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Pubblicato il 13 Ottobre 2009
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