I dipendenti dell’Insubria protestano contro il decreto Brunetta
I lavoratori si sono dati appuntamento davanti al rettorato per esprimere il proprio dissenso sulle nuove norme
Un’occupazione simbolica del Rettorato come avvenuto in molti altri atenei italiani. È quanto è successo oggi, martedì 3 novembre, nella sede di via Ravasi dell’università dell’Insubria, dove un folto gruppo di dipendenti del personale tecnico e amministrativo ha organizzato una protesta contro il decreto attuativo della Legge 15/2009, approvato dal Consiglio dei Ministri lo scorso 9 ottobre. Quello più noto come“Decreto Brunetta”, spiegano i manifestanti, rischia di mettere in atto lo smantellamento del sistema pubblico, il progressivo innesco di processi di gestione d’ordine gerarchico e centralistico e l’abbassamento dei livelli di tutela contrattuale. Uno dei punti centrali della manifestazione è stato il nuovo sistema di valutazione individuale del personale introdotto dal decreto, definito “premiale”, che suddivide i lavoratori in tre fasce di valutazione, sulla base di relazioni fatte dai dirigenti delle singole unità organizzative. Un’articolazione che, secondo gli organizzatori della protesta, mortifica il lavoro e la professionalità dipendenti dell’Università, con il serio rischio di pesanti negative ricadute sul trattamento economico diretto e sulla liquidazione per la maggior parte del personale.
Con il decreto, si riducono inoltre gli spazi di contrattazione nazionale ed integrativa togliendo importanti materie quali: mobilità, organizzazione del lavoro, carriere e pieno utilizzo delle risorse per il salario accessorio “comunque denominate”. Si prevede infine che le nuove progressioni economiche siano obbligatoriamente a carattere selettivo, e che quindi non potranno riguardare la generalità del personale.
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