Aggressione razzista, l’allarme del PD: “Raccogliamo ciò che abbiamo seminato”
Le considerazioni del coordinamento cittadino dopo il brutto episodio a metà strada fra bullismo e razzismo
Dopo l’episodio di bullismo a sfondo razzista che ha visto due giovanissimi di nazionalità serba aggrediti, e uno mandato all’ospedale a coetanei italiani, interviene sul tema cneh il coordinamento cittadino del Partito Democratico di Cassano Magnago.
"Ci auguriamo senz’altro" scrivono gli esponenti democratici "che non si tratti né dell’uno né dell’altro fenomeno. Ma il recente fatto di cronaca che ha visto a Cassano Magnago un gruppo di ragazzi di età compresa tra i 13 e i 17 anni prendere a calci un coetaneo serbo, secondo quanto riportato dai giornali al grido di “serbo di m…”, ci impone interrogativi inquietanti. Anzitutto, bullismo o razzismo? Le parole che hanno accompagnato la violenza fanno propendere senz’altro per il secondo: il clima di paura per il diverso, di ostilità per lo straniero, di sfruttamento del povero, che negli anni recenti e in modo costante abbiamo visto crescere attorno a noi, è senz’altro alla base dell’episodio. Non possiamo non essere sgomenti di fronte al fatto che ragazzi cresciuti insieme, amici o compagni di classe e di giochi fino a pochi secondi prima si trasformino in piccole belve".
Da qui un richiamo all’importanza dei luoghi di formazione dei ragazzi. "La famiglia, la scuola, noi tutti adulti a vario titolo educatori ( non dimentichiamo che per i giovani i nostri comportamenti sono sempre modelli, recepiti più o meno consapevolmente, ma sempre) abbiamo fatto tutto ciò che era nelle nostre possibilità? Abbiamo fornito esempi positivi? Abbiamo progettato e attuato percorsi di formazione alla conoscenza e all’accoglienza? Abbiamo valorizzato e attivato tutte le risorse che le molte agenzie educative presenti sul territorio offrono? Abbiamo creato attorno ai nostri figli quell’aria di positività e serenità che sono indispensabili per una crescita vera? In altre parole, se l’episodio si inquadra nel generale momento di aggressività, intolleranza, tracotanza del mondo ricco nei confronti dei poveri che bussano alle nostre porte, non possiamo però non chiederci se l’educazione abbia fatto la sua parte, se cioè si sia lavorato per prevenire, nei gruppi sportivi, con una ricca vita di oratorio, nell’ aggregazione amicale, nella partecipazione politica e sociale, attraverso l’avvio al volontariato, inteso come palestra di attenzione, riflessione e disponibilità verso gli altri…"
In conclusione, "stiamo forse raccogliendo ciò che negli anni recenti abbiamo seminato. Non nascondiamoci che violenza chiama violenza, sia essa fisica, sia essa verbale: i giovani ci guardano, ci giudicano, ci imitano. Lo scarso interesse che molti giovani sembrano manifestare nei confronti dell’impegno sociale, culturale, morale, non è forse frutto di atteggiamenti opportunistici, edonistici, egoistici, superficiali, fondati sull’apparire e non sull’essere, che il nostro mondo veicola in tanti modi? E la politica? Anche questa ha le sue colpe, e tante!, diventata ( com’è) palestra di aggressività, di offese, di insulti, di denigrazione, di voci troppo alte spesso vane e vuote… Forse è fondamentale anche a Cassano una radicale inversione di rotta, che coinvolga ed impegni tutti e ciascuno secondo il proprio ruolo e le proprie specificità: ma tutti e ciascuno davvero, dal cuore oltre che dall’intelligenza! "
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