Fannulloni! e i sanitari del Ps chiamano i carabinieri
L'impazienza di un familiare in attesa ha creato scompiglio al pronto soccorso di varese dove i sanitari, stanchi di essere trattati come scansafatiche, hanno chiamato le forze dell'ordine
Pronto soccorso, terra di frontiera. Le storie sul pronto soccorso tra delusioni, indignazione e gratitudine tornano ciclicamente sulle pagine dei giornali.
Quella che vi raccontiamo oggi, però, è la storia di infermieri e medici del PS all’ospedale di Circolo, stanchi e delusi di essere trattati come "scansafatiche", mentre il loro lavoro quotidiano aumenta costantemente, con almeno 200 prestazioni di media al giorno e punte decisamente superiori nei periodi critici.
Qualche giorno fa, l’impazienza di un utente in attesa della visita è finita a colpi di carte bollate con l’arrivo dei carabinieri chiamati per riportare la situazione alla normalità.
Un uomo, accompagnato da alcuni famigliari, si è presentato attorno alle due e mezza di notte al PS dell’ospedale di Circolo accusando un dolore ad una gamba. Dopo il primo colloquio con il quale gli è stato assegnato il "codice verde" ( in termini sanitari un’emergenza "differibile"), il personale sanitario lo ha invitato a tornare in sala d’aspetto per dedicarsi ai casi più gravi. Dopo un’attesa di circa mezz’ora, nel corso della quale si sono presentati alcuni pazienti decisamente più problematici, la moglie del paziente è andata a cercare gli infermieri negli ambulatori di visita. Invitata a ritornare in sala d’attesa, la donna è ritornata immediatamente all’attacco, questa volta armata di telefono cellulare per filmare il personale sanitario accusandolo, nel frattempo, di abbandonare i pazienti e occuparsi di faccende private.
La situazione è presto trascesa tanto da indurre gli infermieri del pronto soccorso a chiamare le forze dell’ordine, arrivate proprio mentre l’uomo era in sala visite ( circa alle 3.40).
Alla vista dei militari, la signora ha continuato a inveire contro il personale dell’ospedale e a minacciarli di denuncia per aver violato la sua privacy e per averle impedito di filmare in un luogo pubblico.
Una situazione decisamente al limite per lavoratori che sono pur sempre in prima linea, abituati a contenere l’intolleranza e lo sconforto di quanti si presentano al PS in cerca di una risposta. Un episodio che mette in luce la stanchezza di chi sa di essere in prima linea davanti alla crescente richiesta di aiuto.
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