“Si chiama Pic, ma non è stata indolor”

La Coordinatrice del PdL Milena Melato attacca sulla Pubblica Istituzione Cardano, istituita nel 2006

Riceviamo e pubblichiamo

Si chiama PIC, ma non è stata “indolor”, perlomeno per le casse comunali. Parliamo della Pubblica Istituzione Cardano, la società costituita in pompa magna nel 2006 in cui sono confluiti i servizi degli asili nido, della biblioteca, della cultura e delle pari opportunità. Allora si giustificò la scelta di svincolare questi servizi dal Comune con la necessità di sfuggire al blocco delle assunzioni imposto a livello centrale e ai vincoli sempre più stringenti del patto di stabilità per quanto riguarda il personale. Ma anche in quel caso non si rinunciò ad ammantare una ben poco onorevole “scappatoia” alle leggi vigenti ed una elusione delle regole imposte a livello centrale con il solito trionfalismo cardanese di cui questa amministrazione ci ha abituato e che una volta di più mostra tutti i suoi limiti. Addirittura ricordiamo il sindaco Aspesi in “tour” presso i candidati sindaci del centrosinistra del nostro territorio per esaltare la scelta di creare l’istituzione pubblica, propagandandola come modello da imitare in altre realtà. Ora, ad appena tre anni di distanza, la PIC mestamente chiude i battenti. In consiglio comunale il sindaco e il capogruppo di maggioranza hanno fatto abbondantemente esercizio di arrampicata sugli specchi per sostenere che la PIC è stata una scelta valida per burocratizzare certi servizi, che allora non potevano fare altrimenti, che non si pentono di averla creata, che non la chiudono perché lo impone la Corte dei Conti, eccetera eccetera. Tutte scuse e giustificazioni che francamente reggono poco di fronte ad un ennesimo e palese fallimento dell’amministrazione. Se la PIC fosse così valida e se effettivamente non ci fosse nessun obbligo di legge a mandarla in pensione, ci chiediamo per quale motivo si faccia dietrofront. Noi possiamo solo ricordare che gli esponenti di opposizione del PdL lo dicevano già ai tempi della sua costituzione e lo dicono da tre anni che non aveva senso mettere in piedi e mantenere in vita questo inutile carrozzone e duplicato del Comune che per stessa ammissione del sindaco ha succhiato energie importanti ai dirigenti e all’amministrazione.
L’impressione è che dietro a questa storia ci sia stata poca chiarezza da parte della maggioranza. E se anche si fosse solo trattato di un errore politico e strategico, potrebbe anche starci, il problema è che vorremmo capire realmente e concretamente quanto è costata in termini economici ai contribuenti cardanesi questa scelta alquanto discutibile. Intendiamo dire in termini di spese per il mantenimento del consiglio di amministrazione, in termini di maggiori indennità per i dirigenti (che però di fatto svolgevano unicamente le loro mansioni, solo “spostati” in una struttura parallela qual era la PIC), in termini di acquisti fatti e di strutture messe in piedi appositamente per mandare avanti questa istituzione. Senza dimenticare, particolare non proprio secondario, che appena un anno dopo l’entrata in funzione della PIC l’amministrazione ha sforato il patto di stabilità, apparentemente senza farsi troppi scrupoli dato che, dicono, “abbiamo preferito rispettare il patto con i cittadini”. Ci chiediamo allora per quale motivo nel 2006 il patto e le regole andavano rispettate così scrupolosamente da “costringere” a mettere in piedi il carrozzone della PIC, mentre un anno dopo, nel 2007, non si è ritenuto necessario assumere alcun provvedimento straordinario per evitare lo sforamento. Conterà forse qualcosa il fatto che in mezzo a quelle due date, 2006 e 2007, ci sono state le elezioni amministrative che hanno rieletto il sindaco e la sua maggioranza di governo? A questo punto viene lo strano sospetto che anche la PIC possa essere stata in qualche modo un’abile mossa elettorale per eludere scomodi vincoli centrali e aggirare sconvenienti politiche di stretta ai cordoni della borsa, evitando sfavorevoli ricadute in epoca pre-elettorale…
Di tutto questo però in consiglio comunale si è parlato solo vagamente, senza entrare nel dettaglio e senza sciogliere le legittime perplessità emerse di fronte ad un improvviso dietrofront. Ma i cittadini cardanesi, gli stessi che per rientrare nel patto di stabilità hanno dovuto subire aumenti di tasse come Ici e Tarsu e un maggiore accanimento in termini di multe, vorrebbero sapere in modo più chiaro e trasparente come sono stati gestiti i loro soldi e quanto è costata questa “operazione PIC”.
 
Milena Melato
                                                                               Coordinatore del PdL di Cardano al Campo

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 18 Dicembre 2009
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