I carabinieri pongono fine a una drammatica storia famigliare
La donna, sposata da circa 2 anni, era esasperata dalla condotta dell’uomo, assiduo frequentatore di bar dove sperperava gli illeciti proventi della droga in compagnia di amici
Un’altra drammatica vicenda famigliare è stata risolta dai militari della Tenenza di Bollate.
Protagonisti un 30enne marocchino, E.A.M.Y. le iniziali, legato al settore dello spaccio, e la sua vittima, la 37enne moglie rhodense, casalinga, che sarebbe stata per circa due anni in balia del marito aguzzino.
L’uomo è stato arrestato nel fine settimana in un’abitazione della periferia di Arese, dove viveva in affitto, al culmine dell’ennesima violenza.
La donna, sposata da circa 2 anni, esasperata dalla condotta dell’uomo, assiduo frequentatore di bar dove sperperava gli illeciti proventi della droga in compagnia di amici, gli inveisce contro chiedendogli quantomeno i soldi per comprare il latte al figlio di appena 6 mesi.
L’uomo, sotto l’effetto dell’alcol, ha reagito violentemente ed inizia a percuoterla con calci e pugni, il tutto davanti al bambino che piange.
I vicini di casa hanno chiamato il 112 e sul posto è stata inviata una pattuglia della Tenenza di Bollate.
I militari arrivano appena in tempo e hanno tolto la donna letteralmente dalle mani del suo aggressore.
Ma i segni della violenza erano ormai evidenti e le lesioni al volto, agli arti ed all’addome vengono refertate con 20 giorni di prognosi.
Il marocchino immobilizzato ed ammanettato.
La confessione tra le lacrime della donna delinea l’ennesimo scenario di violenza domestica: il marito la segregava in casa, impedendole di lavorare ed uscire; era costretta ad elemosinare pochi Euro quantomeno per fare la spesa e soprattutto far magiare il piccolo; l’uomo, nullafacente e pregiudicato, rientrava abitualmente tardi ed ubriaco, preferendo passare le serate in compagnia di amici nei bar dell’hinterland.
Ogni tentativo di reazione della moglie veniva soffocato nella violenza: un incubo finito sabato era, grazie alla telefonata di un vicino ed al pronto intervento dei Carabinieri.
L’aguzzino si trova ristretto nel carcere di San Vittore.
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