Irrompono in ospedale con le armi in pugno:”Salvate il nostro amico”
Una prima svolta dopo la sparatoria di domenica notte: sette persone sono finite agli arresti, si tratta di tre italiani, tra i quali il titolare del locale, e 4 cittadini di nazionalità albanese
I carabinieri di Rho e il Nucleo Investigativo di Monza hanno preso una prima decisione nel tentativo di dipanare le responsabilità dell’agitata notte di domenica, quando una rissa al “Brigante”, un locale di via Tavecchia, è degenerata in sparatoria con il tragico bilancio di un morto e diversi feriti. Sette persone sono state arrestate.
Nel frattempo è stata ricostruita gran parte della dinamica dei fatti, che non si era conclusa all’interno del locale. Un altro capitolo importante degli avvenimenti si è svolta nella sala d’aspetto dell’ospedale di Rho.
Dopo lo scontro di via Tavecchia le due “bande” si erano infatti ritirate per la cura dei feriti. Gli italiani sono andati all’ospedale di Legnano, mentre gli albanesi si sono diretti all’ospedale di Rho: la scena che si è palesata ai 2 medici, 3 infermieri, al caposale e alle persone che erano in attesa di essere visitate è stata quanto meno inquietante. Mezz’ora dopo la mezzanotte tre degli albanesi coinvolti hanno fatto irruzione con le armi in pugno trasportando il loro compagno ferito, Artin Aurami, che sarebbe deceduto di li a poco. Lo hanno caricato su una barella e portato dai medici, che si sono subito adoperati per un tentativo di rianimazione.
Il personale dell’ospedale non ha ricevuto minacce dirette, ma la situazione è stata comunque molto tesa. Da un lato bisognava curare il ferito, dall’altro cercare di tranquillizzare i compagni che intimavano di salvarlo. C’erano inoltre le altre persone in attesa di essere visitate da mettere in salvo.
Niente da fare però per il ricoverato, la ferita era troppo profonda e il 38enne albanese è morto verso l’una di notte. All’arrivo dei carabinieri, allertati intanto dal personale dell’ospedale, la pistola esibita all’ingresso è stata nascosta sotto un cestino.
Nel frattempo erano giunti altri due albanesi che hanno portato un terzo uomo, ferito al fianco durante la rissa, che è stato curato e dimesso la mattina di lunedì, e immediatamente condotto dai carabinieri.
Questa mattina intanto una prima svolta nelle indagini. Sette persone sono finite agli arresti, si tratta di tre cittadini italiani, tra i quali il titolare del locale, e 4 di nazionalità albanese, alcuni dei quali con pregiudizi di Polizia, con età compresa tra i 30 ed i 40 anni, tutti residenti nel rhodense. Una scelta investigativa dettata innanzitutto dalla gravità del reato contestato, la rissa aggravata da omicidio e lesioni, che prevede l’arresto immediato, e in secondo luogo un primo tentativo di delimitare le responsabilità e cercare di fare chiarezza sull’accaduto.
Le testimonianze dei diretti interessati, infatti, non hanno potuto finora condurre all’individuazione certa di chi concretamente abbia premuto il grilletto e ucciso Artin Aurami, il 38enne albanese deceduto all’ospedale di Rho. I racconti degli arrestati appaiono ad una prima valutazione investigativa “contradditori” quando non fantasiosi.
Tutti e sette sono stati sottoposti al tampone, un esame per far emergere tracce di polvere da sparo e quindi individuare quantomeno chi materialmente ha sparato nella notte di domenica, un elemento che restringerebbe di molto il campo d’indagine.
I carabinieri sono in questo momento alla ricerca di una pistola in particolare, una calibro 7,65, probabilmente in possesso degli italiani al momento della sparatoria, o perlomeno così suggeriscono le indagini svolte.
Il locale dove è avvenuto lo scontro è stato intanto posto sotto sequestro, altri spunti d’indagine potranno venire dalle riprese delle telecamere a circuito chiuso e da altre testimonianze che gli investigatori stanno raccogliendo.
TAG ARTICOLO
La community di VareseNews
Loro ne fanno già parte
Ultimi commenti
mike su La neve in montagna continua a sciogliersi. Contro la siccità si aspetta la pioggia
Felice su La festa "techno" nei boschi di Lonate Ceppino causa proteste
Rolo su Pullman in sosta con i motori accesi, la segnalazione e la risposta di Autolinee Varesine
lenny54 su "C'è del dolo nelle modifiche al Superbonus"
Felice su Architetti, geometri, ingegneri e costruttori all'unisono: "Da Super Bonus a Super Malus"
Felice su Dentro la loggia del Battistero di San Giovanni a Varese restituita alla città
Accedi o registrati per commentare questo articolo.
L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di VareseNews.it, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.