“Sempre caro mi fu quest’ermo colle”: la poesia di Leopardi al Sociale
Una conferenza-spettacolo dedicata al sommo autore marchigiano giovedì 14 gennaio nel ridotto del teatro: è il quarto appuntamento di "perchè tu mi dici: poeta?"
E’ Giacomo Leopardi il protagonista del quarto appuntamento di “Perché tu mi dici: poeta?”, rassegna promossa dall’associazione culturale “Educarte”, con il patrocinio e con il contributo economico della Fondazione comunitaria del Varesotto, che si propone di ricostruire alcune tra le più interessanti avventure in versi di Ottocento e Novecento.
La conferenza-spettacolo, dal titolo “Sempre caro mi fu quest’ermo colle…”, è programmata per giovedì 14 gennaio, alle ore 21.00, presso gli spazi del ridotto “Luigi Pirandello”, piccola sala dedicata al «teatro di parola e di ricerca» del Sociale di Busto Arsizio.
Al centro dell’appuntamento, curato da Delia Cajelli e con gli attori della compagnia stabile della sala di piazza Plebiscito, ci saranno gli “Idilli” di Giacomo Leopardi, componimenti di carattere soggettivo e interiore che la critica ha definito come il nucleo più vitale della poesia dello scrittore marchigiano. Queste opere, racconti di «[…] situazioni, affezioni, avventure storiche del mio animo», come scrisse lo stesso autore nei “Disegni letterari”, si suddividono in due segmenti. Agli anni compresi tra il 1819 e il 1821 risalgono i cosiddetti “Piccoli idilli”, ossia le poesie “La sera del dì di festa”, “Alla luna”, “L’infinito”, “Il sogno”, “La vita solitaria” e il frammento dal titolo “Lo spavento notturno”. Al biennio 1828-1830 sono, invece, ascrivibili i canti pisano-recanatesi, a lungo indicati come “Grandi idilli”, cioè “A Silvia”, “Le ricordanze”, “La quiete dopo la tempesta”, “Il sabato del villaggio”, “Il passero solitario” e “Canto notturno di un pastore errante dell’Asia”. L’insieme di queste liriche compone la «storia di un’anima». Si configura cioè come la riscrittura, in chiave poetica, di una quotidianità autobiografica, grondante di delusione e amarezza, nella quale gli stati d’animo, le situazioni e le persone dell’infanzia e della giovinezza, nonché i paesaggi della movimentata e colorata Recanati (il «natio borgo selvaggio»), vengono rivisitati attraverso il filtro del ricordo e della nostalgia.
«Oltre agli “Idilli”, l’appuntamento proporrà la lettura recitata di altre opere leopardiane, e più precisamente di alcune pagine dello “Zibaldone” e delle “Operette morali”, così da tracciare un’originale biografia dello scrittore di Recanati, tesa a ricostruirne alcuni aspetti topici, come il rapporto con la famiglia e il paese natale, il tema dell’amore infelice, il problema della malattia», spiega Delia Cajelli.
«L’itinerario della conferenza-spettacolo» –racconta ancora la regista- «prenderà spunto dal libro “Vita di Giacomo Leopardi scritta da Lui medesimo” di Giuseppe Piergili, nell’edizione curata dal professor Franco Fieschi. Un testo, questo, già utilizzato per il copione dello spettacolo “Sonavan le quiete stanze e le vie d’intorno”, proposto dal teatro Sociale, in collaborazione con il Centro nazionale studi leopardiani di Recanati, nel 1998».
Dopo aver indagato, attraverso le opere di Ugo Foscolo e Alessandro Manzoni, il sentimento civile e la contemplazione della storia che animano tanta lirica ottocentesca, la rassegna “Perché tu mi dici: poeta?” volge, dunque, la propria attenzione a quelle esperienze liriche che sono state segnate dall’autobiografismo; hanno cioè raccontato la «vita di un uomo», diventandone specchio dei suoi sentimenti e delle circostanze della sua vita. La quotidianità, la «calda vita» dei luoghi natale, il «male di vivere», la precarietà del destino umano, l’orrore della guerra, il clima di inquietudine e di ricerca che anima il post-positivismo sono, per esempio, solo alcuni dei temi al centro dei prossimi incontri, che vedranno salire sul palco le storie private e letterarie di Giosuè Carducci (4 febbraio 2010), Giovanni Pascoli (18 febbraio 2010), Umberto Saba (11 marzo 2010), Giuseppe Ungaretti (25 marzo 2010), Federico Garcìa Lorca (2 aprile 2010), Eugenio Montale (22 aprile 2010) e Salvatore Quasimodo (6 maggio 2010), nonché dei futuristi e dei crepuscolari (25 febbraio 2010).
Il costo del biglietto per la conferenza-spettacolo “Sempre caro mi fu quest’ermo colle” è di euro 8.00 per l’intero ed euro 6.00 per il ridotto, riservato a giovani fino ai 21 anni; ultra 65enni; militari; soci TCI (previa presentazione della tessera nominale), Cral, biblioteche, dopolavoro e associazioni con minimo dieci persone. Informazioni al numero 0331.679000 .
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