Con la Cimberio nella “Città dell’orso”

Domenica 14 la Varese del basket sfida in trasferta Biella. L'occasione per una visita alla "capitale della lana" ma anche per una fermata per assaggiare i grandi piatti del territorio

Domenica 14 la Cimberio è attesa a Biella per un match che negli ultimi anni si è spesso ripetuto regalando emozioni sul campo. Questa volta i biancorossi proveranno a "vendicare" la sconfitta dell’andata e faranno l’esordio assoluto nel nuovo palasport della città laniera.
La partita di basket però inizierà alle 18,15; prima c’è tutto il tempo di una visita alla città e ai suoi dintorni, magari con una capatina in un ristorante o in un’azienda agricola per gustare o acquistare qualche specialità del territorio. 
fontana orso biella
La storia – La città dell’orso è situata ai piedi delle Alpi Biellesi, allo sbocco di tre torrenti: l’Oropa, il Cervo e l’Elvo.

Le origini della città risalgono a tempi molto remoti lo documentano i reperti archeologici conservati al Museo del Territorio risalenti all’età del bronzo e numerosi provenienti da necropoli romane.
La prima notizia certa sulla antica Bugella risale a un documento dell’826. Il nucleo del Piazzo, la parte alta della città, risale al 1160, quando il Vescovo Uguccione, per rendere effettiva la signoria temporale della Chiesa incominciò a fortificare la collina. Nel 1379, la città passa sotto il dominio dei Savoia, di cui seguirà le sorti. 
Il passato della città è legato fortemente alla sua tradizione industriale, sviluppata in epoca seicentesca, per proseguire nel settecento e nell’ottocento con una vera e propria rivoluzione industriale che l’ha portata ad essere una delle capitali nella lavorazione della lana.
 
Da visitare – Segnaliamo alcuni dei luoghi più significativi che testimoniano l’importante passato di questa città: il Monastero di San Gerolamo, fondato nel 1512 dal beato Giovanni Gromo sulla collina verso Chiavazza, il monastero di San Gerolamo è uno splendido esempio di architettura rinascimentale in territorio biellese. Il Battistero è il monumento più significativo della città, testimone della cristianizzazione del territorio. Venne edificato in parte con materiale romano di recupero. Il Campanile di Santo Stefano è quanto resta dell’antica Pieve intorno a cui si sviluppò il nucleo cristiano di Biella. A pianta quadrata e a nove piani sovrapposti, la costruzione misura 52,60 metri. La Porta della Torrazza detta anche Porta d’Oropa, venne costruita nel 1780, al posto di un’antica porta medioevale, non più con funzione difensiva, ma celebrativa. Antica porta medioevale della città è anche la Porta di Ghiara, venne costruita quando i Vescovi della Vercelli ghibellina fuggirono a Biella, città guelfa.
Sul lato sinistro si può osservare un resto di merlatura.Collocata nei giardini pubblici più antichi della città, realizzati nel 1875 e intitolati al botanico biellese Maurizio Zumaglini (1804-1865), si trova una fontana raffigurante un orso, animale simbolo di Biella. Tracce del passato più recente si trovano nella Fabbrica della famiglia Sella, un reperto di archeologia industriale, il complesso dei lanifici Maurizio Sella nasce su strutture che furono già della cartiera Mondella (sec. XVI) poi trasformata in filatoio da seta a cura della Congregazione del Santuario di Oropa (1695), modificata nel ‘700 sino al lanificio del 1838. All’interno si trova la casa di Quintino Sella, già ministro delle finanze all’epoca di Vittorio Emanuele II. 
 
Da gustare – Dai salumi ai formaggi: la gastronomia biellese offre molti fiori all’occhiello e molti prodotti tipici da non lasciarsi scappare. Come il maccagno, un formaggio a latte vaccino intero di colore tra il bianco e il paglierino e sapore delicato con aroma di erbe di montagna. Prende il nome dall’alpeggio situato in Valsesia che per tradizione è da sempre utilizzato da alpigiani biellesi. Oppure il Beddo, un formaggio semimagro a breve stagionatura ottenuto dal latte vaccino di una sola mungitura, lasciato riposare 12 ore nelle caldaie di rame. Tra gli affettati segnaliamo il prosciutto della paletta di spalla di maiale sottoposto a salatura e aromatizzato con pepe. In menu, tra le ricette tipiche potrete scegliere tra la panissa, il più classico dei risotti biellesi, tipico piatto conviviale da gustare in compagnia spesso al centro di sagre e feste paesane e il ris an cagnon, un risotto cotto come una pasta dove i chicchi al dente si amalgamano grazie alla cremosità del formaggio.
Non si può non menzionare infine la storica Menabrea la celebre marca di birra prodotta dalla omonima azienda la cui sede storica e il birrificio sono localizzati nella città piemontese.

Dove mangiare – Purtroppo il pub collegato alla Menabrea, forse il ritrovo più noto a chi vive lontano dalla città, alla domenica rimane chiuso. I nostri lettori ci segnalano però un agriturismo interessante a pochi chilometri da Biella: a Tavigliano si trova infatti il "bioagriturismo Le Piane" in località Regione Pratetto. Qui i piatti della tradizione locale vengono riproposti con grande attenzione agli ingredienti; e anche per i vegetariani c’è la possibilità di una sosta gustosa.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 12 Febbraio 2010
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