“Fermare il consumo di suolo: la Lombardia può farlo”
I candidati alle regionali Bordoni, Cappato, Cavalli, Civati, Galli e Muhlbauer si impegnano ad approvare nella prossima legislatura una legge per fermare capannoni e lottizzazioni, proposta da Legambiente
I candidati alle prossime regionali hanno messo nero su bianco il loro impegno ad arrestare il consumo di suolo in Lombardia. I politici hanno infatti firmato questa mattina l’impegno, nel caso di elezione al Consiglio Regionale, a sviluppare, nel corso del loro mandato, strumenti efficaci per fermare la cementificazione selvaggia che sta mettendo sotto scacco il paesaggio lombardo. Iniziando proprio dalla proposta di legge di iniziativa popolare che Legambiente ha presentato questa estate in Regione insieme alle firme di oltre 12000 cittadini. A mettere per iscritto il proprio impegno sono stati i candidati: Giovanni Bordoni , Popolo delle Libertà, Marco Cappato , Lista Bonino-Pannella, Giulio Cavalli , Italia dei Valori, Pippo Civati , Partito Democratico, Stefano Galli , Lega Nord e Luciano Muhlbauer , Rifondazione Comunista, durante l’incontro sul consumo di suolo, organizzato da Legambiente nell’ambito della mostra Green Life – Costruire città sostenibili.
Da anni in Lombardia si consuma territorio al ritmo di 10 ettari di suolo al giorno, divorati da cemento e asfalto. Capannoni, edifici e infrastrutture hanno già coperto un quarto del territorio della Pianura Padana, erodendo una insostituibile risorsa naturale, spazio vitale da custodire per le nostre comunità, anche come base produttiva dell’agricoltura che dovrà nutrire le prossime generazioni di lombardi.
“L’impegno che chiediamo a quanti si candidano a divenire consiglieri è quello di far sì che l’istituzione regionale reagisca alla proliferazione disordinata del cemento – dichiara Damiano Di Simine, presidente Legambiente Lombardia – non si tratta di fermare l’attività edilizia ma, al contrario, di tornare ad investire sulle nostre città, sui centri storici e sulle periferie, perchè c’è un enorme bisogno di migliorare le prestazioni degli edifici e delle abitazioni, di rendere più belli e vivibili i nostri quartieri, arrestando la crescita di lottizzazioni e infrastrutture in territori che non hanno servizi e che devono mantenere la propria vocazione e il proprio paesaggio agricolo”.
I capisaldi della proposta di legge di Legambiente:
1. Il territorio è un bene comune da amministrare secondo il principio della responsabilità, il consumo di suolo è pertanto un danno ambientale che deve essere ridotto al minimo
2. Occorre monitorare il consumo di suolo, anche a livello comunale, affinchè sia possibile per tutti i cittadini conoscere e valutare l’effetto delle scelte urbanistiche
3. Occorre impedire l’urbanizzazione di aree ‘libere’ quando le funzioni da insediarvi possono trovare idonea collocazione entro aree già urbanizzate o immobili dismessi, per questo bisogna agevolare gli interventi di ristrutturazione e ricostruzione
4. La trasformazione di suoli liberi deve essere scoraggiata attraverso oneri accessori, come la compensazione ecologica preventiva, che risarciscano la comunità della perdita del bene territoriale e rendano disponibili risorse per valorizzare il paesaggio e gli ambienti naturali.
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