Istituto ortopedico in festa: un ventennio di successi
Nel 1990 nasceva al pian terreno del Del Ponte, l'Istituto di ortopedia e chirurgia voluto dal professor Cherubino. A distanza di 20'anni, è tempo di bilanci e qualche previsione
« Per partire ci diedero una stanza silente e una sala dove c’erano gli inalatori. Mi dissero che in una quindicina di giorni avrebbero smontato tutto e avrebbero iniziato l’allestimento. Dopo due ore richiamai il reparto tecnico: avevo già smontato tutto da solo e loro potevano iniziare».
È il primo ricordo del professor Paolo Cherubino, attuale direttore dell’Istituto di Ortopedia e Traumatologia, al suo arrivo a Varese da Pavia: «L’ortopedia universitaria era piccola, con qualche letto. Al mio arrivo ho voluto fondare l’Istituto. Partito dal piano terra del Del Ponte piano piano è cresciuto. Nel 1992, un primo nucleo è stato aperto al padiglione Centrale del Circolo dove ci siamo trasferiti definitivamente e globalmente tra la fine del 1999 e l’inizio del 2000».
Da quel primo nucleo, in vent’ anni l’Istituto è cresciuto sia in dimensioni sia in fama attirando anche numerose personalità, come dimostrano i tanti regali "griffati" donatigli da ex pazienti ed esposti nel suo studio, da Mike Buongiorno ad Antonio Di Pietro, da Francesco Cossiga ai tantissimi campioni dello sport: «Ogni anno facciamo circa 28.000 visite – commenta Paolo Cherubino guardando l’attività odierna – mentre gli interventi sono circa 3000 ( 2400 con ricovero e 600 in day surgery). Da quando è arrivato il direttore Bergamaschi siamo riusciti ad abbattere le liste d’attesa che oggi si aggirano sui 4 o sei mesi, tempi decisamente ragionevoli».
Per festeggiare degnamente il "ventennio" dell’Istituto, a settembre, nel corso del 107esimo Congresso della Società di ortopedia e traumatologia di Piemonte, Lombardia e Liguria si dedicherà una giornata all’Istituto: « Il 16 sarà dedicato ai festeggiamenti con due sessioni, riservate una agli specializzandi e una agli ospiti stranieri che saranno chiamati ad argomentare liberamente sul tema del Congresso che è : "Novità su…"».
Soddisfatto, quindi, dei risultati raggiunti?
«Considerate le dimensioni dell’Istituto direi proprio di sì. Non si poteva fare di più. Dal punto di vista medico ho raggiunto risultati importanti: siamo punto di riferimento internazionale per gli interventi di protesi all’anca, alla spalla, al ginocchio. Ho formato chirurghi ortopedici che oggi occupano posti di rilievo sia come professori universitari sia come primari in altri ospedali. Ho avviato collaborazione internazionali prestigiose di cui vado molto orgoglioso».
Un bilancio decisamente in attivo che non sembra bastare al professore: «Come diceva un importante personaggio della storia: "Se uno ha un ideale deve combattere fino in fondo per raggiungerlo e poi andare anche oltre". E con questo spirito affronto tutte le nuove sfide».
Chiuso, infatti, il capitolo del coinvolgimemento istituzionale all’interno dell’Università dell’Insubria ( si è dimesso lo scorso anno dalla carica di Preside della Facoltà di Medicina che ha guidato per undici anni), Paolo Cherubino si è gettato con entusiasmo nella ricerca: « Le mie grandi soddisfazioni arrivano dal lavoro in sala operatoria e dai risultati che stiamo ottenendo a livello internazionale. Faccio parte, unico europeo, di un’equipe di scienziati internazionali che sta studiando l’applicazione delle biotecnologie alle protesi. Non so se potrò vedere il risultato finale, ma i nostri studi si concentrano sulla ricostruzione di un’articolazione autentica con l’utilizzo di cellule diversificate in laboratorio: ossa, tessuti, cartilagini, tutto realizzato in laboratorio e impiantato su strutture tridimensionali».
Tanti risultati che potrebbero permettere di vivere sugli allori. Il professore, però, non ci pensa nemmeno e nel cassetto ha ancora qualche desiderio da esaudire: « Ne ho uno a cui tengo molto e che sono convinto di poterlo esaudire a breve…»
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