Al liceo Tosi, una mostra fotografica sulla futura “cascina Burattana”

Verrà inaugurata il 25 marzo una mostra con 40 pannelli che spiegheranno le fasi del progetto di ristrutturazione che avverrà con principi sostenibili




La cascina Burattana a Busto Creare un’azienda agricola rispettosa della tecnica biodinamica, delle condizioni del territorio bustese, dei cicli naturali della terra e dell’uomo, recuperando un patrimonio storico a due passi dal liceo Tosi: la cascina seicentesca Burattana. Chi meglio delle giovani generazioni può essere educato e sensibilizzato a questo tipo di agricoltura ed economia all’avanguardia, ma che ha tanto da spartire con le tecniche d’un tempo? Questo il motivo che ha spinto gli amici dell’associazione Cascina Burattana ad allestire al liceo di via Grossi una mostra fotografica con 40 pannelli che illustrano il progetto di recupero del patrimonio e lo studio di fattibilità del Politecnico di Milano. L’esposizione viene inaugurata il 25 marzo, alle 18, e resta a disposizione fino al 30 marzo. Da non perdere, nell’ultimo giorno, la conferenza alle 21 dell’esperto Giuseppe Montalto sulla saluto-genesi della pelle, argomento tra l’altro molto vicino anche agli stessi studenti.

La cascina risale al 1600 ed è un esempio di cascina-fortezza in quanto, molto isolata, era racchiusa dagli edifici disposti in forma di difesa lungo il perimetro e dotata di un solo portale d’accesso di modesta ampiezza. Ancora ai primi del ‘900 la cascina ospitava 90 persone. A circondare e impreziosire le residenze, 19 ettari di terreno, che nel piano saranno destinati all’allevamento di capre, appezzamenti per il foraggio, coltivazione di frutta e verdura con la reintroduzione di prodotti particolari.

Il progetto, unico nella provincia di Varese, prevede la ristrutturazione degli spazi residenziali, delle ali utilizzate per attività agricole (stalle, portici, rimesse, depositi…), l’allestimento di spazi da destinare alle attività didattiche, spazi di aggregazione, sale per l’ospitalità e accoglienza. Fiore all’occhiello, la realizzazione di un sistema edilizio integrato tra isolamento termico ed acustico e la utilizzazione di energie rinnovabili. «Tendendo alla autosufficienza energetica (elettrica e termica) si installeranno pannelli fotovoltaici o dispositivi analoghi più avanzati, collettori solari e dispositivi per la captazione di energia geotermica, impianti termici a bassa temperatura, che rispondono alle esigenze energetiche sia delle abitazioni sia delle altre attività insediate (agricole, didattiche, di aggregazione sociale ed assistenziale) – spiega il presidente dell’associazione Matteo Di Mattei – Limitando i consumi diminuiranno le emissioni, contribuendo così al miglioramento della qualità dell’habitat. L’intento è anche quello di realizzare un impianto pilota, esemplare in relazione alla posizione geografica del territorio bustese e insieme predisposto ad accogliere le novità tecnologiche che fortunatamente si preannunciano in questo settore». Anche nel campo idrico, il progetto si dimostra all’avanguardia. «Si realizzerà un sistema idrico consapevole della progressiva difficoltà di approvvigionamento e dell’aumento dei costi – prosegue Di Mattei – Quindi per ottimizzare le risorse e diminuire i consumi, si vuole attuare il doppio impianto idrico negli ambienti di abitazione e attività, con la derivazione dell’acquedotto del servizio di acqua potabile e con il riutilizzo di un antico pozzo ancora attivo per la rete idrica sanitaria; un terzo impianto idrico, a servizio delle attività agricole, utilizzerà come approvvigionamento lo stesso pozzo e una cisterna interrata che raccoglierà le acque meteoriche dei tetti».

Tra gli obiettivi anche l’attività didattica realizzabile con piccoli orti da dare in affitto a chi voglia imparare sperimentando le tecniche e le nozioni di biodinamica, nello spirito della microeconomia e della eco-compatibilità. Il progetto vuole dare spazio anche a forze sociali, associazioni e cooperative sociali già operanti sul territorio.

Il programma è stato verificato e avvalorato da una tesi di laurea in architettura che, attraverso un rigoroso metodo di rilievo ed analisi della struttura dei fabbricati, ha dimostrato la fattibilità e sostenibilità degli intenti dell’associazione. Ulteriore conferma, sul piano gestionale, è venuta dagli studenti della scuola di Agraria di Villa Cortese che hanno dimostrato la redditività delle attività insediabili.  




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Pubblicato il 12 Marzo 2010
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