I commenti in diretta
I commenti dei politici dalla sede della Regione e dai partiti
Ore 20.30 – Esprime quasi sconcerto Vittorio Agnoletto, candidato della federazione della sinistra, rispetto al risultato del voto lombardo. «Su temi come le politiche concrete per il lavoro e l’ambiente non hanno realizzato nulla, spero che prima o poi i cittadini lo capiscano». Rispetto al risultato non positivo della sua coalizione Agnoletto pensa al futuro. «Quello che mi preoccupa è che nei prossimi cinque anni in Regione non ci saranno sentinelle a vigilare su Expo e sulla politica xenofoba della Lega». Agnoletto critica anche la decisione di ricandidare Formigoni. «È un segnale negativo, perchè servono facce nuove. In tutto il mondo non ci si può ripresentare più di due volte, qui rimarrà invece lo stesso governatore e la stessa giunta. È una restrizione dello spazio della democrazia». Ma Agnoletto è capace di fare anche autocritica. «L’astensionismo indica una dissaffezione dei cittadini verso la politica, ma anche noi non siamo riusciti a farci capire».
Ore 20.10 – Umberto Bossi dà la benedizione alla carriera nelle istituzioni del figlio Renzo, per cui è ormai sicura l’elezione nella circoscrizione di Brescia. «Mio figlio è entrato in politica perché ha lavorato tanto. Il consiglio federale gli ha detto che si poteva candidare perché aveva lavorato bene. Adesso a Brescia è il primo degli eletti della Lega».
E il leader del Carroccio è pronto a correre per la poltrona di sindaco di Milano: «Mi metto a disposizione del consiglio federale».Ore 20 – «La vittoria del centrodestra non è in discussione, ho già telefonato a Formigoni per fargli le mie congratulazioni». Sono queste le prime parole del candidato del Pd alla guida della Regione Lombardia, Filippo Penati, per il quale le proiezioni parlano di un divario superiore ai 20 punti percentuali nei confronti del governatore in carica Roberto Formigoni. Secondo Penati, in ogni caso, «la coalizione è comunque cresciuta rispetto alle europee e si apre maggiormente la partita di Milano che si conferma il cuore del cambiamento». Nel capoluogo lombardo, infatti, spiega Penati, «il distacco è solo di qualche punto e Formigoni rimane sotto il 50%».
Ore 20 – Anche Vito Crimi è un vincitore "morale" di queste elezioni. Alle 20 il suo Movimento 5 Stelle ha superato la Federazione della Sinistra di Vittorio Agnoletto: 2,95 contro 2, 29: «Non sono io ad aver battuto la sinistra, ma tutto il movimento. Non abbiamo sicuramente avuto molta visibilità e per condurre la campagna abbiamo speso solo 10mila euro. Questo risultato indica che la gente ha percepito e apprezzato le nostre idee».
Ore 19.55 – Scende la scala del Pirellone anche Savino Pezzotta, candidato dell’Udc. A caldo, si dice sicuramente soddisfatto perchè «l’Udc è cresciuta rispetto al dato delle scorse elezioni europee. Il nostro obiettivo era confermare quel 3,8 per cento, e invece siamo cresciuti e l’abbiamo fatto in una campagna contro dei colossi. Abbiamo dovuto scalare l’Everest. Certo non abbiamo vinto, ma è una conferma che l’autonomia per una lista moderata porta bene». Anche Pezzotta non può non commentare il testa a testa Pdl e Lega, alla luce anche del fatto che dopo cinque anni al govreno con loro l’Udc non ci sarà più nei prossimi cinque. «Formigoni mi ha detto che se non superevano la Lega con almeno dieci punti percentuali mi pagava una cena. Bè, sto aspettando! Battute a parte sarà un bel problema per il Pdl. Certo, Formigoni dichiara che un alleato forte è meglio, ma non può dire altro».
Ore 19.45 – Umberto Bossi in conferenza stampa nella sede milanese della Lega Nord di via Bellerio: a fianco a lui il figlio Renzo (candidato a Brescia), Roberto Calderoli, Rosy Mauro, Davide Boni e Marco Reguzzoni. «Il federalismo partirà dalle tre regioni del Nord: Piemonte, Lombardia e Veneto hanno scelto di dare la spinta finale alle riforme. Dobbiamo partire subito con i decreti attuativi». «In Lombardia solo il PdL tiene testa alla Lega. La sinistra è sparita: deve interrogarsi sulla sua scomparsa nel Nord»
Ore 19.40 – Podestà torna sul tema del testa a testa Pdl-Lega Nord. «Aspettiamo un attimo a confermare il distacco del Pdl sulla Lega, un dato che comunque secondo me aumentarà». E sull’ipotesi di un pareggio e quindi di un governo fortemente condizionato dai leghisti, Podestà è fiducioso: «Nelle regioni in cui abbiamo governato in colazione con
Ore 18.50 – Poco prima della 19 fa il suo ingresso nel foyer dell’aula consiliare Roberto Formigoni che subito annuncia: «In tutta la mia vita non ho mai perso, non sono mai arrivato secondo». I dati sono ancora parziali, ma chiari: «È la nostra quarta vittoria consecutiva. Siamo anche cresciuti rispetto al 2005 e senza l’Udc. È aumentato anche il nostro vantaggio sul centrosinistra, nonostante abbia cercato di danneggiarci dopo la sentenza sbagliata della Corte d’Appello». E sul possibile sorpasso della Lega Nord – i due partiti continuano a superarsi a vicenda man mano che aumentano le sezioni scrutinate – Formigoni sorride: «La Lega è il nostro alleato, posso solo gioire con loro. Ma in Lombardia il Pdl è il primo partito. Sarà solo una questione di contare un punto in più o un punto in meno. Questo è comunque un messaggio di tranquillità che permetterà al centrodestra di realizzare nei prossimi cinque anni il programma che piace ai cittadini».
Ore 18.30 – Dalla sede della Lega Nord di via Bellerio il primo a parlare è Andrea Gibelli: «Sono soddisfatto per i primi dati che sono arrivati – ha detto -. Ci danno al 26,1% in Regione. Un dato che cambia gli equilibri. Chiederemo la vicepresidenza e poi vedremo. Questo risultato dimostra che è impossibile fermare l’unica vera forza di cambiamento che c’è in Italia, la Lega Nord». «Mi dimetto da presidente della commissione alle attività produttive della Camera e mi metto a disposizione della giunta». Per il leghista si vocifera della vicepresidenza della Regione.
Ore 18 – Arrivano in Consiglio regionale anche i primi varesini. Per Paolo Valentini Puccitelli, consigliere uscente e candidato nel listino di Formigoni, l’astensionismo è «frutto di una campagna elettorale condotta su temi nazionali e non regionali e infatti è simile in tutta Italia. Bisognerà riflettere su questo dato che segue comunque un trend aeuropeo». Per Mario Agostinelli, consigliere uscente di Sinistra Ecologia Libertà candidato sia a Varese che a Milano, questo dato indica invece «che la crisi fra la società civile e la politica è ormai irreversibile. O ci sarà uno scatto e un cambio radicale, o la crisi continuerà in modo sempre più evidente. L’astensione continua inoltre a coilpire non solo il centrodestra, ma anche il centrosinistra. Ciò significa che la nostra proposta continua a non essere attrattiva come alternativa. Avevo percepito un vento di cambiamento, ma sembra che l’onda lunga lo abbia sommerso un’altra volta. Credo che Sinistra ecologia libertà debba farsi carico di interpretare questo vento».
Ore 17.30 – Verso le 17.30 è arrivato al Pirellone anche Guido Podestà, presidente della Provincia di Milano. Evidente la soddisfazione per i primi dati positivi per la colazione guidata da Formigoni. «È un momento di conferma per la Lomabardia che conferma i dati attesi. Io avevo detto che avremmo preso il 57 per cento e ci stiamo assestando intorno a quel dato. Il risultato ci premia rispetto al 54 per cento del 2005, quando c’era con noi anche l’Udc. Questo significa che abbiamo recuperato lo spazio lasciato dal partito di Casini». Anche Podestà commenta il dato sull’astensionismo. «Sicuramente ci ha toccato, ma i dati attuali confermano che i cittadini hanno premiato il lavoro fatto in questi cinque anni».
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