“La popolazione invecchia. L’assistenza deve cambiare”

Il Ministro della salute Fazio ha visitato il reparto per malati oncologici terminali e ha parlato delle future sfide in sanità

Da sinistra, sen. Tomassini, dg Bergamaschi, ministro Fazio e assessore BrescianiVisita in provincia, questa mattina, per il Ministro alla Sanità Ferruccio Fazio, accompagnato dal senatore Antonio Tomassini, presidente della Commissione sanità: «È la mia prima volta qui in veste da Ministro – ha esordito Fazio dopo aver visitato l’hospice del Circolo – anche se molte volte sono passato e vedo anche miei allievi che lavorano alla medicina nucleare».
La visita all’ospedale di Circolo era finalizzata a vedere come funzione il nuovissimo reparto destinato ai malati terminali oncologici: « Stiamo discutendo di una disegno di legge che ridisegni le cure palliative e la terapia del dolore – ha spiegato il ministro Fazio – costruendo due sistemi a rete paralleli che potrebbero anche avere punti in comune. Un sistema su più livelli che porti ad una maggiore umanizzazione dell’assistenza, pur con tutte le regole della privacy».
« Il sistema in discussione mette in primo piano anche le associazioni di volontariato – ha sottolineato il senatore Tomassini –  una rete che sinergicamente prevede l’attivazione del pubblico e del privato, ognuno con il proprio ruolo e la propria capacità».

Il Ministro Ferruccio FazioTra le priorità dell’agenda del Ministero, però, c’è soprattutto un sistema di assistenza in grado di soddisfare l’invecchiamento della popolazione: « La longevità è data anche e soprattutto dal buon livello raggiunto dalla nostra sanità – ha commentato il Ministro – nel 2050, però, l’incidenza degli ultrasessantacinquenni sarà del 35%, con tutti i problemi di cronicizzazione delle malattie. Dobbiamo mettere a punto un sistema che faccia del medico di medicina generale il "guardiano"  che accoglie il paziente con la diagnosi iniziale, alleggerendo così il pronto soccorso dai codici bianchi e verdi, e lo riaccoglie alla fine del tragitto. In mezzo ci sarà l’ospedale per l’acuzie e una rete di assistenza territoriale di minore intensità, ospedalizzazione domiciliare o letti di assistenza intermedia».

Un’organizzazione che, per il momento, Varese stenta a immaginare proprio a causa delle strutture di lungodegenza presenti: « Stiamo sperimentando il sistema dei "letti di sollievo" – ha ricordato l’assessore regionale alla sanità Luciano Bresciani – un modello che entro tre anni potremo portare a regime. Dobbiamo puntare sull’ospedalizzazione domiciliare, come avviene al Circolo con l’oncologia. Lasciare il paziente a casa propria, in mezzo ai suoi affetti è indubbiamente un modello sanitario da perseguire. Poi, piano piano, costruiremo tutte le strutture necessarie, con i tempi adeguati allo sviluppo».

E se per il sistema di assistenza a rete è ancora il tempo dei progetti, per l’ospedale del bambino è ormai il tempo dello start: « Abbiamo fortemente voluto questa eccellenza – ha ricordato il senatore Tomassini – molti fondi pubblici sono arrivati e molti si stanno raccogliendo perchè la città intera ha adottato il progetto». Tra tre anni i primi dui lotti potranno essere a regime, per il terzo, però, non c’è ancora certezza: il Ministro assicura il massimo interessamento perchè è un progetto importante, ma non è questo il momento per impegni precisi.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 15 Marzo 2010
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