
Nuovo interrogatorio per Stefano Castiglioni: «Non ho ucciso mio padre»
L'uomo è accusato di avere percosso fino alla morte il genitore a causa di questioni legate all'eredità e all'idea di andare a vivere in Africa con una donna che il figlio ritiene essere coinvolta nell'omicidio
Stefano Castiglioni ha negato nuovamente ogni suo coinvolgimento nella morte del padre Paolo, ritrovato senza vita dallo stesso figlio nel maggio dello scorso anno nella sua casa di via Monte Grappa a Busto Arsizio. L’uomo è stato interrogato questa mattina dal pubblico ministero Sabrina Ditaranto che conduce le indagini sulla misteriosa morte avvenuta in circostanze sospette. Il corpo del povero 74enne era stato ritrovato dal figlio il sabato mattina ma la morte, secondo l’autopsia, risalirebbe alla notte il tra mercoledì e il giovedì precedenti al ritrovamento in seguito ad un violento pestaggio perpretrato ai suoi danni in casa.

Sin dall’inizio i sospetti degli inquirenti si sono concentrati sul figlio tanto da valergli l’arresto con l’accusa di omicidio. Secondo la ricostruzione della procura il figlio, con un passato di tossicodipendenza e una condanna per reati di droga, nutriva una sorta di intolleranza verso la relazione che il padre anziano intratteneva con una donna 25enne della Costa d’Avorio con la quale il Castiglioni padre aveva pensato di trasferirsi nel paese africano. Per fare questo, oltre ad aver dato alla donna 10 mila euro in contanti e diversi monili d’oro, aveva deciso di vendere una sua proprietà e utilizzare quei soldi per passare l’ultima fase della sua vita nel paese africano. Da questa idea, della quale il figlio Stefano era a conoscenza, erano scaturiti diversi litigi anche violenti e nel corso dell’ultimo sarebbe avvenuta l’aggressione durante la quale avrebbe spappolato il rene del padre, provocato la rottura di alcune costole e un trauma cranico violentissimo. L’uomo, perdipiù, sarebbe rimasto agonizzante in casa per ben tre giorni prima di essere ritrovato, ormai morto, dal figlio la domenica. Da allora Stefano Castiglioni è in carcere pur essendosi dichiarato sempre innocente. A suo carico ci sarebbero anche una serie di indizi che l’uomo non ha mai spiegato. Le telefonate tra il figlio e il padre, giornaliere fino a mercoledì, si interrompono da giovedì a sabato, inoltre nelle ore in cui il figlio ha dichiarato di essere a casa del padre (tra venerdì sera e sabato mattina) il suo telefonino risultava essere agganciato ad un’altra cella telefonica rispetto a quella della zona in cui abita il padre.
Stefano Castiglioni non ha saputo spiegare questa incongruenza ma sono altri gli elementi su cui si concentra il pubblico ministero Baraldo: il figlio litigava spesso col padre, come hanno confermato diversi vicini di casa, tanto da costringerlo a mettere un cartello fuori dal portone di casa che vietva di entrare perchè era installata una telecamera. Ad inizio maggio lo stesso Paolo Castiglioni aveva denunciato alla Polizia la giovane ivoriana per appropriazione indebita dei gioielli perchè temeva che il figlio lo avrebbe picchiato ancora una volta se non lo avesse fatto. In ultima analisi c’è anche un movente che avrebbe potuto spingere il Castiglioni figlio ad uccidere il padre, quello economico legato all’eredità: ai due si riconducono tre appartamenti dei quali uno intestato al padre, uno al figlio e uno metà a testa. La decisione di mettere in vendita quello intestato a se stesso da parte del padre avrebbe fatto andare definitivamente su tutte le furie il figlio tanto più perchè il motivo della vendita era il progetto di andare a vivere in africa con la ragazza ivoriana. Anche nel corso dell’ultima audizione il 41enne ha confermato la sua totale estraneità ai fatti contestatigli e ha chiesto di indagare sulla 25enne ivoriana che frequentava il padre e alcuni suoi amici connazionali autori, a suo dire, del violento pestaggio. L’avvocato Amanda Gugliotta ha ribadito l’innocenza e l’estraneità di Stefano Castiglioni con il delitto di suo padre. Le indagini non si sono ancora conclude ma il 41enne resta l’unico nome ad essere iscritto nel registro degli indagati.
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