Scontro Comune-Yamamay: Busto dice addio alle finali di Coppa

Sarà Baku, capitale dell'Azerbaigian, a organizzare la Final Four di Cev cui partecipa anche la squadra di Parisi. Il club biancorosso sembrava vicino a ospitare l'evento, ma le polemiche sul palasport sono state fatali

La notizia è arrivata nella serata di martedì con un comunicato in inglese della Cev, la federazione continentale della pallavolo, ed è esplosa come una bomba a Busto Arsizio. Sarà la capitale dell’Azerbaigian, Baku, a ospitare la prossima Final Four di Coppa Cev, la manifestazione che vedrà tra le grandi protagoniste la Yamamay, qualificatasi per la prima volta nella storia grazie al successo di settimana scorsa sulle campionesse tedesche dello Schweriner.

La decisione comunicata dall’organismo europeo del volley però è una mazzata per Busto, che dall’inizio dell’anno era indicata come la più probabile candidata per ospitare le finali nel caso di qualificazione per le ragazze di coach Carlo Parisi. Piazza appassionata, sponsor importante, palasport perfetto: tutto sembrava fatto da tempo per la Yamamay che invece si è vista sfilare l’organizzazione da parte degli azeri i quali possono contare su una massiccia iniezione di petrol-rubli.

Ma il vero problema è un altro, ovvero la recente e durissima polemica sorta tra la Futura Volley e la Inticom (società proprietaria del marchio Yamamay) da una parte, e il Comune di Busto dall’altra.

Dopo la vittoria contro lo Schweriner infatti, il club del presidente Forte ha fatto richiesta di un supporto a Palazzo Gilardoni per poter organizzare la manifestazione, lavorando parallelamente in proprio per reperire le risorse economiche necessarie. Dal Comune però non è arrivata alcuna risposta, tanto che la Futura non aveva ancora presentato la candidatura ufficiale, un atto a questo punto inutile visto che Baku si è aggiudicata le finali (nella foto sopra uno striscione dei tifosi esposto durante l’ultima partita di campionato, a favore della Futura Volley).
Nei giorni scorsi come detto, la frizione tra la Yamamay e il sindaco Farioli aveva raggiunto toni molto aspri: il motivo scatenante è stata la richiesta della Mc-Carnaghi Villa Cortese di giocare al palasport di viale Gabardi le partite dei prossimi playoff, una domanda subito cavalcata dal primo cittadino bustocco. La Futura però ha respinto questa proposta, forte di un contratto che prevede – fino al 2014 – l’utilizzo esclusivo dell’arena centrale dell’impianto, la sua denominazione (che infatti è “PalaYamamay – Maria Piantanida”) e la facoltà esclusiva di decidere se ospitare altre squadre o manifestazioni.
Il “no” a Villa Cortese è diventato così terreno di scontro con Farioli (nella foto, ritratto durante una partita della Yama), più che con la società biancoblu: dal Comune sono infatti partiti due comunicati-siluro nel quale prima si faceva appello ad evitare campanilismi (frase che detta dal tifosissimo Farioli è parsa a suo modo clamorosa…) e poi ci si rivolgeva ad Agesp per «contattare tempestivamente le società sportive interessate per predisporre una proposta per l’utilizzo del Palazzetto in occasione delle final four di Coppa CEV e per i play off di Campionato». Una formula usata per sostenere sia la Cev sia alcune manifestazioni future (in ballo ci sarebbero anche gli Europei) che però lasciava aperte porte diverse oltre a quella della Futura Volley, che come detto ha un contratto chiaro per cui sborsa una cifra stimata intorno ai 100mila euro annui, tutto compreso.
 
Il comunicato giunto dal Lussemburgo chiude da una parte il discorso organizzazione ma riapre senz’altro uno scontro difficile da prevedere fino a pochi mesi fa. I vertici biancorossi evitano per il momento alcun commento, declinando cordialmente l’invito in attesa di fare maggiore chiarezza. Ma il nuovo round è solo rinviato, o almeno questa è l’impressione.
Di sicuro a perderci sono in tanti: la Futura deve rinunciare a introiti certi, a un grande spettacolo e – perché no – a un fattore campo che a Baku sarà completamente a favore delle azere (avversarie di Busto in semifinale…). Ci perdono tutti i tifosi, costretti a non poter assistere a una manifestazione d’elite che in molti già pregustavano e così l’intero movimento della pallavolo italiana che da quando esiste la Final Four ha sempre ospitato il torneo a eccezione del 2008 quando si giocò a Belgrado. Infine ci perde Busto, inteso come città – e con lei anche il Varesotto e l’Altomilanese – ma soprattutto come amministrazione: c’era su un piatto d’argento una grande possibilità che è stata “bruciata” per una bega interna, alla faccia della tanto decantata “capitale del volley”. E allora, vien da pensare, non era meglio affidarsi a quel campanilismo (inteso interesse per il territorio, superiore ai desideri personali) che di colpo qualcuno ha invitato ad abbandonare pochi giorni fa?

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Pubblicato il 02 Marzo 2010
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