“Via Gaggio viva!”: in marcia contro la terza pista
Nei boschi del Ticino si ritrovano per chiedere di salvare il territorio di Lonate dalla grande espansione di Malpensa. Marciano insieme l'opposizione di centrosinistra e il sindaco
 militari se ne andarono e la brughiera e i boschi ritornarono ad essere accessibili. Domenica ha guidato il gruppo lungo la storica strada e ha chiesto parole chiare in difesa dell’area del Gaggio: una sosta ai cippi di pietra e una davanti al piccolo museo dedicato alla memoria dell’aeroporto militare, battezzato da D’Annunzio “Campo della Promessa”. La natura qui si è quasi mangiata le opere delle piste d’aviazione di ieri. Ma oggi l’intera area è minacciata da un’altra pista, la terza che SEA vorrebbe realizzare qui: l’intera area, recuperata e mantenuta a fatica dai volontari, verrebbe cancellata, recintata, resa inaccessibile. A ovest, quasi a ridosso della valle del Ticino, la pista vera e propria. A est, verso l’abitato di Lonate, un gigantesco centro logistico. «Grande almeno quattro volte quello realizzato nell’ex cava della Maggia e dotato di una stazione ferroviaria merci interna» spiega Walter Girardi, consigliere comunale di minoranza. È stato lui a fermare il gruppo di circa centocinquanta persone, quasi ai margini del bosco, a poche centinaia di metri dalla superstrada 336: ha aperto una grande mappa e ha spiegato che proprio lì sorgerà la terza pista. 
							
							
													
Gli amministratori locali, di maggioranza e di opposizione, c’erano. La politica, invece no. Nel senso che la "camminata" non ha avuto nessuna connotazione partitica. Un ritrovo 
«organizzato da semplici cittadini», l’ha definito Roberto Vielmi, il lonatese che lanciando i suoi video su Youtube ha dato il via a questo esperimento di dialogo e di sensibilizzazione. E in qualche modo gli organizzatori ci sono riusciti, portando a marciare insieme i consiglieri del centrosinistra e il sindaco Piergiulio Gelosa (PdL), Il primo cittadino lonatese ha fatto un lungo intervento, criticando le scelte fatte in passato dal gestore aeroportuale, ma anche dai vertici della Regione: «Il progetto originale di Malpensa è errato, non consente di sfruttare pienamente le due piste. Non si vuole però ammettere l’errore e si cerca di rimediare con un altro errore, la terza pista» ha spiegato con parole franche 
Gelosa. Che è preoccupato, da sindaco, dello scippo del territorio che si avrebbe con la terza pista, con un’ampia area sottratta al Comune: Lonate non avrebbe più voce in capitolo sulle scelte da fare e perderebbe gli intoriti economici sulle attività che si vogliono inserire all’interno dell’area aeroportuale.
«Dobbiamo attendere di conoscere la normativa e poi combatterla e contrastarla» ha concluso il sindaco. Mentre l’opposizione chiede un impegno immediato, per contrastare la terza pista da subito.
Di certo la partita – è chiaro – non si gioca qui: gli interessi che ruotano intorno all’ampliamento dell’aeroporto sono ben più grandi, le vere decisioni si prendono a Milano. Dai boschi sopra la valle del Ticino però arriva una voce unica, che chiede che via Gaggio viva e con essa l’intero territorio e le persone che ci vivono.
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