Carta, gomma, chimica: il 2010 parte in salita

I tre settori raccolgono il 19,6% delle imprese associate all’Unione Industriali e il 21,1% degli addetti che in esse lavorano. Le presidenze a Patrizia Pigni (cartario), Vittorio Veneziani (chimico-farmaceutico), Andrea Melgrati (gomma Plastica)

assemblea univa gruppo merceologico carta gomma plastica Tre settori per un’unica assemblea. Quella congiunta che, nella Villa Bossi di Bodio Lomnago, ha riunito i gruppi merceologici dell’Unione degli Industriali della Provincia di Varese rappresentanti comparti tra i più importanti all’interno del panorama industriale varesino: “Cartarie, Editoriali, Poligrafiche”, “Chimiche, Farmaceutiche e Conciarie”, “Gomma e Materie Plastiche”.
Un mondo produttivo variegato che nel suo complesso racchiude il 19,6% delle imprese associate all’Unione Industriali e il 21,1% degli addetti che in esse lavorano. Realtà che hanno fatto il punto sulla situazione congiunturale e rinnovato i vertici che rappresentano le imprese all’interno della compagine associativa. A presiedere il Gruppo delle cartarie sarà, per il prossimo biennio, Patrizia Pigni eletta in sostituzione di Antonio Zanini, il cui mandato, dopo due rielezioni consecutive, era giunto a scadenza. Riconfermato alla Presidenza del Gruppo Chimiche-Farmaceutiche, invece, Vittorio Veneziani. Così come continuerà a guidare le imprese della gomma-plastica il rieletto Andrea Melgrati.


CARTARIE
60 imprese per oltre 2.500 addetti: questa la consistenza delle imprese cartarie ed editoriale all’interno dell’Unione Industriali. Un settore che nel corso del 2009 ha visto, in provincia, calare i propri flussi di export, scesi ad un valore di 123 milioni di euro, il 19,3% in meno rispetto ai livelli del 2008. Nonostante il calo, però, la bilancia commerciale rimane positiva, con un surplus pari a 47 milioni di euro. «Questo vuol dire – ha spiegato il presidente uscente Antonio Zanini – che il settore, nonostante le difficoltà, mantiene una sua dinamicità di fondo».
Indispensabile per affrontare una congiuntura che rimane comunque sfavorevole. Lo dimostrano i dati sulla cassa integrazione ordinaria che anche nei primi tre mesi di quest’anno è fortemente aumentata, attestandosi su un ammontare di ore concesse due volte superiore a quello di un anno fa. In pratica, è emerso dalla fotografia scattata durante l’assemblea, le prospettive di medio-lungo periodo sono improntate all’incertezza.

CHIMICA-FARMACEUTICA
Dopo che il 2009 si era chiuso con un aumento del ricorso alla cassa integrazione ordinaria pari a otto volte quello dell’anno precedente, il settore chimico-farmaceutico ha aperto il 2010 con gli imprenditori costretti ad operare con un atteggiamento di cautela. Il periodo difficile non è ancora finito come dimostra l’incremento della cassa ordinaria anche nel primo trimestre: +61% rispetto ai primi tre mesi del 2009. Questo nonostante a febbraio e marzo si sia registrata una netta diminuzione delle ore richieste dalle imprese. Quelle di un settore che, all’interno dell’Unione Industriali, conta circa 90 siti produttivi per un totale di 5.940 addetti. Con una produzione che, in linea con quanto avvenuto in tutti gli altri settori manifatturieri e a livello nazionale nello stesso comparto, ha sofferto anche sui mercati internazionali. «L’industria chimica varesina – ha spiegato il presidente di gruppo, Vittorio Veneziani – ha visto calare il proprio export del 14,7% nel 2009, attestandosi su un valore di 716 milioni di euro».
 
GOMMA-PLASTICA
In controtendenza, invece, almeno per quanto riguarda la cassa integrazione ordinaria nei primi tre mesi del 2010, il settore della gomma-plastica che conta, all’interno dell’associazione, 130 imprese per 6.800 addetti. Le ore concesse sono state il 29,6% in meno rispetto allo stesso periodo del 2009. Ciò non toglie, però, ha avvertito il presidente del Gruppo Andrea Melgrati, che restino comunque forti dubbi «Sul fatto che questo trend positivo possa essere reputato sintomatico di una ripresa produttiva stabile e consolidata per tutto il 2010». Anche perché, sul fronte della cassa integrazione straordinaria, le tendenze sono nettamente opposte: nel 2009 le imprese coinvolte dal ricorso a questo ammortizzatore sociale sono state il doppio di quelle del 2008, con altre quattro procedure aperte in questo primo scorcio d’anno. Difficoltà confermate dai dati sull’export che nel 2009 è diminuito del 16,6%, a quota 598 milioni di euro.

RIPRESA A RITMO DI MUSICA
Tutti dati, quelli legati alle imprese cartarie, della gomma e della chimica, che indicano un 2010 in salita. Con un orizzonte nel quale operare ancora difficile. Uno scenario che le aziende possono anche affrontare vedendo la propria organizzazione come quella di un’orchestra. L’imprenditore come un music manager alla ricerca «dell’applauso del pubblico, che in economia corrisponde all’utile d’impresa». È questa l’immagine proposta durante l’assemblea dall’ospite-relatore: Franco Marzo, titolare della società di consulenza strategica e organizzativa Zero618 Srl. «Dirigere l’impresa è come dirigere un’orchestra». Più che una provocazione, uno “stimolo culturale”. Un modo diverso di vedere due mondi simili. La musica come l’impresa. Sistemi che si basano entrambi su timbro, ritmo, armonia, melodia. «Il primo – è stato il paragone portato avanti da Franco Marzo – rappresenta l’identità dell’azienda, la sua immagine, il suo brand. Il ritmo, invece, è rappresentato dalla cultura delle regole, dal vivere le norme come un’opportunità. La melodia è la metafora dell’invenzione della capacità di un’azienda di avere nuove idee».
Ma per essere completa l’impresa, come una composizione, deve avere anche l’ultimo elemento: l’armonia. Non basta più innovare, avere identità, rispettare regole organizzative. «L’impresa deve essere anche armonica, deve avere la cultura del valore aggiunto con cui arricchire il prodotto». Il servizio al cliente, l’optional. «Ogni azienda deve accessoriare la propria offerta, deve integrare i prodotti puntando sulla diversificazione». Ma perché tutto funzioni, e i vari elementi non creino caos, bensì musica, serve un direttore dell’orchestra: il music manager «che deve puntare sul costante confronto coi propri collaboratori».
Non a caso, l’assemblea congiunta dei tre gruppi merceologici in questione si è tenuta al Museo del Clavicembalo annesso alla fabbrica di clavicembali della famiglia Guido Bizzi, a Bodio Lomnago. I partecipanti hanno potuto visitare il Museo, che raccoglie, oltre a clavicembali, anche molti altri strumenti d’epoca e la serata si è conclusa con un concerto per clavicembalo con musiche di Antonio Valente, Girolamo Frescobaldi, Domenico Zipoli, Antonio Soler, François Couperin, George Friederich Haendel. Alla tastiera, Thomas Scardoni.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 13 Aprile 2010
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