Chiusa l’indagine sui T-Red, 38 persone coinvolte
Il pubblico ministero avrebbe configurato alcuni reati e messo in luce gare d'appalto pilotate per piazzare i dispositivi sui semafori di 35 comuni
Fine delle indagini per l’affaire T-Red, i rilevatori di velocità e del passaggio col verde che si piazzano sopra i semafori.
Dopo il sequestro disposto dalla procura milanese, in seguito all’emergere di alcuni particolari che ne hanno messo in discussione l’effettiva omologazione (spesso i semafori avevano la durata del giallo fissata in un tempo impossibile da rispettare e che costringevano gli automobilisti a passare con il rosso, registrando l’infrazione), il pubblico ministero Alfredo Robledo avrebbe configurato alcuni reati e messo in luce gare d’appalto pilotate per piazzare i dispositivi sui semafori di 35 comuni.
I municipi interessati dai provvedimenti si trovano nelle province di Milano, Como, Varese, Lodi, Mantova, Torino, Novara, Verona, Rovigo, Bologna, Modena, Ferrara, Livorno, Pisa, Firenze, Pistoia, Viterbo, Caserta, Benevento.
Secondo il pubblico ministero Robledo nella fornitura dei rilevatori di velocità si sarebbe verificato "un accordo collusivo di cartello per l’acquisizione di contratti con le amministrazioni locali, attraverso la collusione con i pubblici ufficiali”.
L’inchiesta era nata da un esposto dei cittadini di Segrate, alle porte di Milano, dove sarebbero state incassate indebitamente multe per circa 2,4 milioni di euro.
I militari della Guardia di Finanza hanno notificato l’avviso di chiusura delle indagini a 38 persone, accusate a vario titolo di associazione a delinquere, truffa, abuso d’ufficio, turbativa d’asta, tra i quali alcuni sindaci e comandanti della polizia locale.
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