Il Manifesto a 40 centesimi, per festeggiare 40 anni
Il celebre quotidiano entra nel suo quarantesimo anno d'età: quasi incredulo e ferito pesantemente dalla crisi del settore
Era il 28 aprile 1971, e Il Manifesto (nato anche come corrente politica) faceva capolino in tutte le edicole d’Italia. Sono passati esattamente quarant’anni dalla nascita di quello che si presentava, e ancor oggi si presenta, come "quotidiano comunista".
Era un altro secolo, c’era un altro tipo di stampa, non c’era il web. Il direttore, all’epoca, era Luigi Pintor. Ci furono periodi da picchi di vendite, come avvenne ai tempi della guerra in Iraq, e periodi molto difficili, come quello attuale. La prima crisi più seria arrivò nel 2006, quando il giornale si trovo costretto a chiedere aiuto ai suoi lettori via Internet, raccogliendo dimostrazioni di solidarietà come le sottoscrizioni a pagamento e la vendita di un’edizione del giovedì a 5 euro. La seconda ricaduta, che anche oggi vede il Manifesto sull’orlo della chiusura, è iniziata nel 2008.
Il Manifesto, però, si è sempre distinto dal resto della stampa. Si è distinto non solo per la sua natura politica, ma anche strutturale: viene gestito, infatti, da una cooperativa di giornalisti, per assicurare anche un’indipendenza editoriale.
Oggi Il Manifesto festeggia con uno slogan quasi incredulo ("Nonostante tutto, stiamo per tagliare un bel traguardo") e con un bell’allegato sulla guerra dell’informazione in Italia. Un inserto ricco di numeri e di facile lettura, scaricabile gratuitamente anche on-line. E poi, per oggi, è cambiato anche il prezzo: 40 centesimi decisamente popolari, tanto che oggi è praticamente impossibile trovarlo ancora in edicola. Un buon augurio per quello che è un caso unico per l’editoria italiana.
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